Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

20 Bruno Orlandoni passata, non sappiamo quando ma forse· subito dopo il 1253, ai signori di Quart. Una sua ricostruzione su loro commessa subito dopo quella data sem– brerebbe coincidere perfettamente con i suoi caratteri formali e nel suo riferi– mento a modelli imperiali potrebbe forse riconfermare la rigorosa fede ghibellina dei nuovi proprietari 6 . La torre è comunque già il primo jallon di una collana di sicuro prestigio che proseguendo sull'altro lato della Valle, a Pont-Saint-Martin, e poi su nella valle del Lys a Perloz, e lungo la valle centrale a Bard, Arnad, Verrès, Issogne, Saint-Germain, risalendo i corsi dei torrenti a Champorcher, Villa, Graines, costella di fatto tutto il bacino della Dora Baltea, costringendoci a rimbalzi dal– l'uno all'altro versante orografico, spingendoci a rimontare cocuzzoli e spe– ronl. 1 castelli rappresentano, la cosa è nota, una delle emergenze più caratte– ristiche del paesaggio antropizzato della Valle d'Aosta. Costruiti spesso in luoghi di grande bellezza ambientale da feudatari più o meno riottosi, hanno cominciato ad assumere i loro caratteri, per quanto ne sappiamo, negli anni prossimi alla fine del primo millennio per subire poi continue trasformazioni, ampliamenti ed ingrandimenti, passaggi di proprietà, vendite, cessioni, fino all'abbandono progressivo, al decadimento e al degrado, che hanno cominciato ad imporsi col mutare di mode, usanze e costumi, stili di vita, rapporti di potere, tra il XVII e il XVIII secolo. Riscoperti, nella maggior parte dei casi ormai ridotti allo stato di fati– scenti case coloniche, quando non a quello di veri e propri ruderi, prima dai viaggiatori romantici impegnati nel Grand Tour, poi dagli appassionati di sto– ria, arte e antiquariato, fin dall'Ottocento sono stati oggetto-soggetto di illu– strazioni, descrizioni, ricerche. Dalle fuggevoli- ma topograficamente perfette- visitazioni di Bagetti, alle immagini analitiche e quanto mai preziose di miss Fortescue, alle trasfi– gurazioni sublimi di Turner- alternate pero anche qui a ben più preziose ve– dute topografiche- alle attente descrizioni dell'Aubert o a quelle più poetiche di Giacosa, tramite le immagini a stampa del Gonin o della Cornagliotto da un lato, o tramite le prime foto degli Alinari, di Ecclesia, Pia, o le stereosco– pie di Baudin-Benjamin, i castelli valdostani si sono progressivamente impo– sti all'attenzione di un pubblico sempre più vasto fino ad occu_pare un loro 6 Sulla Tornalla v. CHENAL A. La tour moyenâgeuse d'Oyace. Mémoire archéologique et historique, in "Le Flambeau" 148, 1993, pp. 23-34. Barbero avanza l'ipotesi di un pos– sesse dei Quart già precedente e di una cessione temporanea a feudatari locali. BARBERO A. Valle d'Aosta Medievale, Napoli 2000, p. 153 e nota 78.

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