Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
220 Bruno Orlandoni Per ora si osservi per inciso che la possibilità del riproporsi dei modelli non solo nell'architettura, ma anche negli affreschi del castello, più tardi di circa vent'anni, potrebbe indurre ad immaginare l'esistenza di una copia dello Speculum di proprietà degli Challant fin dalla fine del Trecento, rimasta poi nelle biblioteche di famiglia per lungo tempo. I.:individuazione dei modelli culturali e formali di riferimento di un'opera d'arre o di architettura, in mancanza di testimonianze serine esplicite, è sem– pre cosa difficile, condizionata da ampi margini di aleatorietà. Tali margini aumentano a dismisura quando tra ipotetico modello e opera derivata si in– terpone anche il passaggio di medium, soprattutto tra media cosl disparati come l'architettura ela miniatura. Cosl mi pare abbastanza evidente che non sarà mai possibile trovare conferma sicura all'ipotesi di una derivazione dello scalone di Fénis (e forse anche della Madonna di Misericordia e della colonna coclide della porta della camera domini) da modelli miniati quali quelli rin– tracciabili nei manoscritti dello Speculum. Cerro è, comunque, che i margini di probabilità di una conoscenza diretta di copie dello Speculum da parte di Bonifacio di Challant e dei suoi fratelli sono molto maggiori di quanto non si possa immaginare. E spulciando tra i documenti dell'epoca, per puro caso, mi sono imbattuto anche in un indizio piuttosto pesante. Lo Speculum era già di per sé resto notissimo alla fine del Medioevo e circolava sicuramente in area sabauda. Enrico Castelnuovo riassumendo gli inventari della biblioteca dei Duchi compilati nel1498 e pubblicati ne! se– calo scorso dai Vayra scrive: "Il y avait dans les coffres des livres de diffé– rents genres et de différents types, livres de dévotion tels que psautiers ou livres d'heures, livres pour le clergé tels que manuels pour confesseurs, ou pour les offices, tels que missels, bibles, évangéliaires, ration, livres édifiants tels que légendes de saints, vies des Pères du désert ... plusierurs exemplai– res du Speculum Humanae Salvationis de Vincent de Beauvais" 527 • Bonifa– cio avrebbe quindi ben potuto vedere delle versioni miniate dello Speculum a corte. Ma abbiamo anche una precisa traccia valdostana di una circola– zione di copie di quel resto, e proprio specificamente in ambiente Chal– lam. Alla morte del conte Renato, ne! 1565, si redigeva un inventario corn– piero di tutti i suoi beni mobili e immobili. Al castello di Aymavilles l'in– ventario elenca anche oltre 1200 documenti, registri e manoscritti e, tra 527 CASTELNUOVO E. in PARAVICINI BAGLIANI A. (a cura di), Les manuscrits enlumi– nés des comtes et ducs de Savoie, Torino 1990, p. 13.
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