Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
246 Bruno Orlandoni cinque porte nuove per la grangia 28 soldi; una grande corda del peso di 100 libbre costa ben 100 soldi; tre corde più piccole per i verricelli che dovevano issare sui ponti le pie– rre da taglio delle finestre costano complessivamente 7 soldi e 6 denari: 2 soldi e mezzo l' una; sei secchi per portare la calce altri 7 soldi e 6 denari: 1 solda e un quarto l'uno. A volte i prezzi permettono valutazioni particolari. Per esempio un moggio di calce di Nus costava 17 soldi, eben 12 soldi ne costava il trasporto fino a Pénis. Possiamo immaginare il costa dei trasporti da Aymavilles o da Châtillon. Ora se per Aymavilles il costa del trasporto po– teva essere ammortizzato dai fatto che la calce era da pagare sottocosto, es– sendo comunque di proprietà del fratello di Bonifacio, Amedeo, per Châtillon, al cugino Ibleto, si doveva sicuramente corrispondere un compenso non dis– simile da quello pagato a Guglielmetto di Nus. E difatti a Châtillon si acqui– stano solo 8 moggi di calce, una quantità bassissima rispetto a quelle riferibili alle altre fornaci, ma che sarebbe venuta a costare l'esorbitante cifra di 60 lib– bre e 10 sol di: più di 7 libbre a moggio, trasporto compreso, rispetto alle 2 lib– bre scarse che era costata la calce di Nus, sempre incluso il costo del trasporto. Nd caso dell'acquisto a Châtillon si deve necessariamente immaginare che si sia trattato di un affare forzato. Che cioè fosse assolutamente necessaria con ur– genza quella quantità- pur minima- di calce, che fornaci più vicine in quel momento non potevano fornire; oppure che l'acquisto fosse stato consigliato da una qualche pendenza economica- a noi sconosciuta- già in corso tra Bo– nifacio e Ibleto. In compenso la calce acquistata da Bonifacio allo stesso castellano De Del veniva a costare solo 15 soldi a moggio, trasporto compreso. Dobbiamo ne– cessariamente immaginare che si trovasse già a Pénis, non molto lontana dai castello. Il trasporto di una dozzina di assi dalle segherie di Clavalité al castello costava mediamente attorno ai 5 soldi. Sono registrate pero delle varianti: Vio– nino de Exerto e Bonifacio Paciot nel1393 sono effettivamente pagati 5 soldi a dozzina. Lo stesso avviene per Alessandro Gambelli e Pietro Perroneti de Tillier e, tra il1393 e il1394, per Andrea di Perrodo de Vertuys. Giovanni de Exerto nel1395, pero, viene pagato di più: 5 soldi e mezzo; ugualmente viene pagato Martino di Ussel nd mese di marzo dello stesso 1395; sempre nel1395 Johannes Chacot è pagato 5 soldi e tre quarti mentre Perroneto de Lovignana nel1394 arriva a percepire ben 6 soldi la dozzina. Dai momento che tutti i tra– sporti in questione sembrano avvenire dalle stesse segherie di Clavalité al
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=