Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

250 Bruno Orlandoni l'ammontare complessivo di spesa regisrrato nei computa supera di poco le 1400 libbre. Il raffronto più interessante è con il cantiere del castello di Champorcher, che aveva funzionaro rra il1319 e il1322. In quel caso la co– struzione della torre e della sua cinta muraria con tutti i suoi complementi, scale, ponte levatoio, porte e finestre, camini, dementi in ferro era costata complessivamente - oggi potremmo dire "chiavi in mano" - 220 libbre. Pur tenendo conto dell'inflazione il cantiere di Fénis avrebbe implicaro una spesa dalle cinque alle sei volte superiore, e cio senza ignorare che non è as– soluramente cerro che le spese registrate per Fénis siano complete. Si puo poi osservare che delle circa 1400 libre documentate a Fénis più di 200 (212, 17 soldi e 6 denari, se non ho sbagliato il conto) erano relative a pa– gamenti peri soli lavori del verziere, l'opera viridarii. In al tri termini il ver– ziere di Bonifacio ne! 1395 era costaro quasi come tutto il castello di Champorcher settant'anni prima. Anche qui, pur tenendo conto dei mec– canismi di inflazione, rroviamo un daro che la dice lunga su quella che deve essere stara la complessirà e la ricchezza di quesro viridarium che, eviden– temente, nei piani di rappresentanza e di definizione del confort del ca– stello messi in arro da Bonifacio di Challant non doveva essere cerro un elemento trascurabile. 5.8 UN PROBLEMA INSOLUBILE: IL PROGETIISTA DEL CANTIERE DI FÉNIS Il compenso di Sadono de Versoya, ponendo il problema del suo ruolo dominante sul cantiere, riapre, per un'ulrima volta, il problema del progetti– sta di tutta la campagna di lavori a Fénis. Il quadro che emerge con relativa chiarezza dalla sequenza dei pagamenti, dalla !oro frammentazione, dalla !oro parzialità e specializzazione, è quello di un'organizzazione dellavoro estremamenre parcellizzara, srrutturara in veri e propri lotti, contigui e consequenziali sl, ma spesso nerramenre divisi rra !oro. A volte, almeno apparentemente, persino non comunicanti. L'impressione è quasi quella di rrovarsi di fronte a grandi imprese mo– derne in cui ditte diverse collaborano inrersecandosi, spesso senza avere biso– gno di comunicare veramente rra !oro perché comunque guidate da quei veri e propri binari di organizzazione dellavoro che sono i progetri e i piani di cantiere. Il problema è che a Fénis - almeno nei suoi computa- non si fa esplici– tamente parola né degli uni né degli alrri. · Non credo che ci si possa limirare a invocare l'ausilio della rradizione e della prassi da un laro, della logica della cosrruzione dall'altro. Cerro anche oggi quando si risrruttura l'appartamento si sa che prima si

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