Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 251 demolisce, poi si comincia a murare, poi intervengono impianristi, elettricisti e idraulici, poi si finisce di murare, poi si intonaca, si posano i pavimenti e il bianco lo si dà alla fine. Ma un conto è ristrutturare un appartamento, un conto ben diverso deve essere stato smontare mezzo castello per rimonrarlo poi seconda schemi nuovi e accresciuti. Questi schemi devono pur sempre essere stati discussi e decisi a priori. E che a Fénis si sia operato seconda una logica stringente, seconda prin– cipi e negli ambiti di una programmazione rigorosa è cosa non solo insita nella complessità e nella dimensione dell'edificio e dimostrata dai risultato finale, ma anche- almeno in parte- sottesa implicitamente dalle informazioni contenute ne! registro di conti. Alcuni dati sono inequivocabili. Quasi sempre - almeno per le operazioni maggiori - i singoli artigiani operano su contratto. Purtroppo nessuno di questi contratti si è conservato ma conoscendone le tipologie e i tenori, che erano poi sempre gli stessi in tutta Eu– topa, se non altro nelle linee generali, possiamo affermare che i singoli artigiani dovevano essere ingaggiati per lavori definiti già in partenza al dettaglio in quanto a quantità, qualità e durata. E più ancora, perché per poter fare cio, per poter sottoporre agli arti– giani dei contratti con proposte di lavoro sufficientemente articolate ed ac– cettabili, era indispensabile aver ben chiari le tappe e i rapporti reciproci tra le diverse articolazioni, il tutto in vista del risultato finale che si voleva rag– giungere. Il che equivale a dire che occorreva aver ben chiaro in mente un progetto. Ora la domanda è chi sia stato il responsabile di questa organizzazione, teorica prima ancora che operativa, perché quest'ultima, una volta definiti ob– biettivi e tappe principali, avrebbe potuto poi benissimo essere affidata per la sua messa a punto allo stesso castellano De Del che, già solo con la redazione del suo libro di conti, dimostra di averla effettivamente seguita con attenzione in tutto il suo sviluppo. Come dico chiaramente già solo ne! titolo di questo capitolo, questa do– manda è destinata a restare senza risposta. Yale pero la pena chiedersi fino a che punto la domanda stessa, cos! come oggi ci viene di formularla, sia posta in termini corretti. Dall'invenzione del progetto maderno, vale a dire da Brunelleschi in poi, come insegna tutta la trattatistica maderna e conremporanea, siamo soliti cer– care nell'esplicitazione delle idee di una singola individualità la matrice prima di ogni grande opera d'arre. Un ramo del romanticismo aveva sl cercato di opporre a questa visione individualistica l'alternariva collettivistica del
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