Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

254 Bruno Orlandoni per dipingere due bandiere sembrano un buon compenso, e, del resto, Ber– guerno è chiaramente citato con la qualifica di magister. Non sappiamo piuttosto quando si sarebbe proceduto alla realizzazione della decorazione del piano terreno del cortile, quella a losanghe rosse e nere su fondo bianco, sormontate dalla merlatura a coda di rondine. Gli affreschi al di sopra dello scalone e quelli della cappella sono notoriamente attribuiti ad ambiti più o meno strettamente jaqueriani e la loro esecuzione viene collo– cata dalla critica tra la più alta data del 1414 che ho ancora ribadito recente– mente e il 1420 circa riproposto da Romano e da Elena Brezzi nei loro ultimi lavori 616 • Una manciata di anni, quindi, pero con problematiche non ancora del tutto risolte. lnnanzitutto la decorazione a losanghe del cortile. Se si accettano le mie ipotesi sui diversi significati concettuali dell'insieme del complesso non si puo non osservare come la decorazione faccia tutt'uno con l'architettura, sottoli– neandola, completandola, esaltandola. Mi è molto difficile immaginare una decorazione troppo staccata cronologicamente dalla sistemazione del corrile. Le due operazioni devono essere state del tutto contestuali e l'una deve aver fatto immediatamente seguito all'alrra. Il paramento merlato a losanghe do– vrebbe quindi essere stato dipinto subito dopo il1395, proprio quando al ca– stello è documentato Berguemo. Per altro negli sressi anni dalle parti di Arnad è documentato un altro pit– tore di nome Johannes de Cobremont, e recentemente i computa della casrel– lania di Quart hanno rivelato che in Valle circolava con frequenza quasi periodica anche uno dei pittori titolari della corte sabauda, quel Boso che fino a poco fa si credeva "de Bourges", e che ora sappiamo invece essere un valdo– stano: Boso "de Grangiis parochie Sancti Marcelli diocesi Auguste pictori" 61 7 • Boso è documentato dai 1389 almeno fino al 1409. La sua presenza a corte, in quegli sressi ambienti in cui Bonifacio 1 di Challant era letteralmente di casa, copre cioè proprio tutto il periodo che deve aver visto la gestazione del cantiere di Bonifacio a Fénis, il suo funzionamento, e le successive fasi di in– tegrazione fino quasi a quel 1414 che secondo me è il termine ideale in cui col– locare i più estesi ed importanti interventi decorativi ne! cortile e nella cappella. Ora dai momento che il problema del coinvolgimento jaqueriano ne! cielo 616 ÜRLANDONI B. Architettura. Il castello, in GERBORE E. E. (a cura di), Fénis, une communauté au fil de l'histoire, Aosta 2000; ROMANO G . Da Giacomo Pitterio ad Antoine de Lonhy, in ROMANO G . (a cura di) , Primitivi piemontesi nei musei di Torino, Torino 1996. 617 ROSSEITI BREZZI E. La pittrtra gotica in Valle d'Aosta in Fragmenta Picta, catalogo della mostra, Sarriod de la Tour 2003, pp. 18-19.

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