Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 255 di Fénis non è ancora del tutro risolro, apparendo ai più gli affreschi del castello di qualità discontinua, anche se a volte su modelli, forse su veri e propri carroni, inequivocabilmente riconducibili al milieu di Jaquerio, sorge il dubbio, alla luce delle nostre nuove conoscenze su Boso, che in qualche modo anche questo maestro possa essere stato coinvolro nei progetti di Bonifacio di Challant. Ragionando per pure ipotesi e con ampi margini di dubbio: è cosl im– pensabile che almeno un frammento degli affreschi di Fénis - per esempio la Crocifissione della cappella, che nell'impaginazione degli affreschi ha una col– locazione un po' anomala, comunque diversa dalle parti restanti delle vicine pareti, e che linguisticamente sembra staccarsi maggiormente dai resto del cielo, più omogeneo e costruiro su sequenze relativamente compatte di figure isolate - sia staro realizzato da questo per ora sfuggente Boso, ponendosi quindi non come resto epigonico, ma come possibile fonte dei successivi svi– luppi di Giacomo Jaquerio e della sua bottega 618 ? Dopo aver contribuito in parte a smontarne le ipotesi, mi pare giusto ren– dere merita ad Augusta Lange ricordando come avesse già affrontato questo problema in maniera molto articolata. La Lange scriveva: "Cosl mastro Ber– guerno ci riporta alla questione degli affreschi di Fénis, per la maggior parte di epoca assai più tarda della fine del '300, tranne la grande Crocifissione del salone. I caratteri ancora trecenteschi di essa hanno fatto pensare Marziano Ber– nardi ad un'opera di Jaguerio giovanile, intorno al 140 1. La certezza ora che negli ultimi anni del 300 fu costruita una cappella di– versa dall'attuale perché dedicata a san Giorgio, avvalora questa ipotesi (della Crocifissione dipinta intorno all400) sia essa opera di Berguemo o di Jaque– rio giovane, o di un altro pittore.... Se noi esaminiamo infatti il cielo pittorico della cappella attuale, osser– viamo come la Madonna e i santi a sinistra siano incorniciati da un pilastro go– tico a pinnacoli che si raccorda per mezzo di un'accolade in alto, sopra la finestra con la sempliee riquadratura lineare della Crocifissione. Questo fatto 618 Il problema è srato già posto in ROMANO G. Stejàno Mossettaz (?), 1410-1420, Cro– cifissione, in PAGELLA E. (a cura di), Tra gotico e rinascimento, scultura in Piemonte, Torino 2001, scheda n. 18 a p. 66. I dari reperiri dalla Brezzi hanno oggi il merito di sganciare il riferimento a Boso da date rroppo vincolanti. Non c'è più bisogno della cerrificazione do– cumentaria della presenza di Boso ad Aosra nel 1409 ora che sappiamo che il maestro era di Saint-Marcel, e che quindi probabilmente aveva paremi e famigliari che dovevano vivere a rre o quarrro chilomerri di disranza dai casrello di Fénis. Su questo problema v. Anche ÜRLANDONI B., Stejàno Mossettaz, architetto, ingegnere e scultore, Aosra 2006, pp. 345-346.
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