Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

258 Bruno Orlandoni meno di quattordici merri): "in domo ecclesie Penicii ex pacto facto cum cu– rato in admodiatione ecclesie XXXI solidos VI denarios" 625 • Purtroppo in questo caso resta del tutto oscuro il significato del termine "domus ecclesie": era lo stesso edificio della chiesa oppure, più probabilmente, la casa parrocchiale? Un'altra notazione di difficile collocazione topografica è relativa ad un intervento dei muratori Vibon e Comol perla costruzione di ben 148 tese di muro "facti circa campum de Charrerola a parte de Baravay" 626 , in una zona cioè difficilmente localizzabile che sembra non pertinente al diretto circondario del castello e non coïncidente con quella del muro del virida– no. La presenza più significativa nellibro di conti è pero quella di un altro ca– stello di famiglia, quello di Aymavilles, proprietà del fratello minore di Boni– facio, Amedeo. Il ruolo di grandi cantieri come quello di Bonifacio I il Maresciallo a Pénis, o anche quali quelli voluti più o meno negli stessi anni dal cugino Ibleto di Challant a Verrès e ad Issogne- e forse anche a Châtillon-, do– verte trascendere nettamente i limiti della specificità del singolo monu– mento. Le dimensioni della spesa e delle richieste operative erano cali da deter– minare ampie ricadute economiche. Di cerro a livello locale per borghi come Pénis e Verrès, che mai dovevano aver visto simili mobilitazioni di forze pro– duttive, ma sicuramente anche in ambiti più estesi. È evidente che le forze la– vorative dei singoli piccoli ceneri della Valle, prese isolatamente, dovevano essere del tutto insufficienti a gestire imprese di quelle dimensioni e anche solo per i compiti più di routine si doveva cercare almeno in parte manodo– pera nelle parrocchie e nei villaggi limitrofi. Sul cantiere di Pénis, come abbiamo visto, moiti operai sono del paese o delle frazioni vicine, ma tutta la valle centrale da Châtillon ad Aosta è mobi– licata, vuoi per mettere a disposizione del cantiere manovali, operai, traspor– tatori, vuoi per fornire i materiali necessari alla costruzione. C' era poi il problema della ricaduta culturale a lungo termine dell'ope– razione, che doveva manifestarsi sia nell'acquisizione di nuove competenze operative e capacità organizzative e tecnico-esecutive, sia nel transita e nel– l'acquisizione di nuovi modelli formali. Sadono da Versoya, Vibon e Comol, arrivavano sicuramente da fuori 6 2 5 AHR FC vol. 197 doc. 11 , p. 15r. 6 26 AHR FC vol. 197 doc. 11 , p. 20r.

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