Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

260 Bruno Orlandoni di pura fantasia di una famiglia standardizzata, tipo; non reale, quindi, ma del tutto idealizzata. Si parlava sl di possibili coincidenze di singoli perso– naggi del dipinto con membri della famiglia, ma senza particolare convin– zioné28. Da poco pero Augusta Lange, ne! saggio edito sul catalogo della mostra jaqueriana del 1979 di Torino, aveva proposto della Madonna di Pénis una let– tura molto più storica 629 • :Cinterpretazione della Lange, di estremo interesse sul piano dei principi generali, mostrava a mio avviso alcuni aspetti non convin– centi. Individuare in Francesco di Challant- come faceva la studiosa- il per– sonaggio con la grande houppelande rossa in primo piano nella parte destra del dipinto, vero centra focale della rappresentazione, era e resta ai miei occhi cosa assolutamente impossibile sia sul piano della logica feudale che, per quanto sapevo e so, dei rapporti di equilibrio interni alla famiglia Challant, non facilissimi già dalla fine del primo decennio del Quattrocento. Almeno da quando, con un codicille testamentario del1409, Ibleto aveva revocato ai cu– gini di Pénis e Aymavilles i diritti di sostituzione ereditaria- in caso di morte dei propri figli Francesco e Giovanni senza successori maschi- che aveva !oro riconosciuto col testamento del 1405 630 • Nell'occasione Bonifacio e Amedeo erano sl definiti "nepotes suos carissimos", ma di fatto esclusi dalla linea ere– ditaria. Lipotesi Lange aveva, pero, il grande pregio di tentare e rischiare un vero e proprio ingresso diretto nella storia. Trovavo sbagliata la porta scelta per en– trare ma giustissima l'idea che in qualche modo entrare si potesse e si dovesse. Soprattutto mi pareva fondamentale l'idea della Lange di !egare in maniera forte tutto l'intervento decorative di Pénis alle vicende della famiglia, anche se poi mi sembrava che queste vicende non fossero analizzate come veramente meritavano. Dall'analisi e dallo smontaggio della lettura Lange, fondata- come è noto- sull'idea che gli affreschi di Pénis dovessero prima di tutto celebrare il matrimonio tra Giovanni di Bonifacio II di Challant e Caterina di Fran– cesco all'inizio degli anni Trenta, nasceva la mia ipotesi alternativa: che in realtà gli affreschi fossero stati ordinati prima, probabilmente al tempo del passaggio dalla Valle dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, per cele- 628 ÜRLANDONI B. 1 PROLA D. Il castello di Pénis, Aosta 1982, pp. 59-68. 629 LANGE A. 1 conti della costruzione del castello di Pénis e le vicende della famiglia Chal!ant per una datazione deg!i affreschi in C ASTELNUOVO E. 1 ROMANO G. Giacomo ]aquerio e ilgotico internazionale, catalogo della mostra, Torino 1979. 630 ZANOLLI O. Les testaments des seigneurs de Chal!ant, t. 1, Aosta 1974, pp. 116-117.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=