Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 261 brare contemporaneamente l'inizio del concilia di Costanza, nella cui con– vocazione aveva avuto un ruolo centrale il cardinale Antonio di Challant, e insieme il matrimonio di Amedeo di Aymavilles con Luisa di Miolans, il tutto sotto l'occhio vigile di B,onifacio 1, signore di Pénis e capo della fami– glia, che in quegli anni era reduce dalla direzione di quelle ambasciate sa– baude di straordinario impegno politico che lo avevano portato a Parigi, Bourges, Dijon, Bicêtre, a mediare, lui, piccolo signore di un insignificante feudo alpino, tra i più grandi potenti del secolo, i duchi di Berry, Borbone, Borgogna, Brabante, i re di Francia e d'lnghilterra, in quelle caotiche vi– cende della guerra dei cent'anni che precedevano di poco la disastrosa di– sfatta francese di Agincourt 631 • Accettata da alcuni, pesantemente criticata da altri- sempre pero a priori, vale a dire per questioni di principio e di metodo, senza analisi tecniche di dettaglio - questa mia ipotesi resta, di fatto, poco sfruttata. ln realtà mi sembra fondamentale ripartire da Il. Non solo per ribadire una problematica metodologica che mi pare meritare ben altri sviluppi, ma anche perché è mia ferma convinzione che la Madonna di Misericordia di Pénis, nelle intenzioni del committente - inequivocabilmente il grande Bo– nifacio 1 di Challant - dovesse costituire un vero e proprio manifesta pro– grammatico delle ambizioni politiche e dei livelli culturali del clan Challant di Fénis-Aymavilles al momento del suo massimo splendore. Ripartire dalla Madonna di Pénis significa innanzitutto ribadire le in– dividuazioni possibili dei personaggi affrescati. Rispetto alle mie ipotesi di vent'anni fa non mi pare che si siano compiuri progressi. Il maestro aurore del dipinto- sia esso Giacomo Jaquerio o più probabilmente un suo colla– boratore o ex collaboratoré 32 - mette innanzitutto in forma la gerarchia del potere feudale. Il papa, l'imperatore, e, in alto, un po' più defilato, un principe coronato che potrebbe essere il duca (molto probabilmente allora ancora solo conte) di Savoia, Amedeo VIII. L'individuazione di Amedeo è uno dei punti più deboli della mia lettura. Il personaggio di Pénis, infatti sembra mostrare ben più dei 31 anni che Amedeo doveva avere verso il 1414 - data che assegno ali' esecuzione dell' affresco -. Coïncide, sl, con 631 ÜRLANDONI B. 1 PROLA D. Il castello di Fénis, Aosra 1982. Sulle vicende e sulle forrune poliriche degli Challanr di Pénis e di Aymavilles v. ora ÜRLANDONI B. Stefano Mossettaz, architetto, ingegnere e scultore. La civiltà cortese in Valle d'Aosta nella prima metà del Quattrocento, Aosra 2006. 632 Sul cielo di Pénis l'ulrima posizione elaborara con una cerra ampiezza è quella espressa in RosSETTI BREZZI E. La pittura in Valle d'Aosta tra la fine del 1300 e il primo quarto del1500, Firenze 1989.

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