Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 263 evidente è una certa differenza di età. Illaico sembra più vecchio del religioso di almeno una decina d'anni, forse anche qualcosa di più. Cerro, siamo di fronte ad un'opera d'arte tardomedievale e bisogna co– munque fare i conti con aspetti di trasfigurazione fantastica, di trasposizione simbolica e di uso di stereotipie convenzionali. Ma tutto quadra veramente in maniera perfetta, dal momento che in anni coincidenti con quelli che ogget– tivamente "possono" aver visto l'intervento di Fénis, il castello era effettiva– mente sotto la signoria di un cavaliere che aveva approssimativamente l'età della figura dellaico a destra della Madonna, e che aveva proprio un fratello cardinale, più giovane di lui. Chi altri possono essere i due personaggi in questione se non Bonifacio I e Antonio di Challant? A chiudere il cerchio il fatto che per Bonifacio ab– biamo pure un riscontro ritrattistico, preciso, anche se non poco malandato, nel frammento superstite del suo ritratto tombale. E, ancora una volta, tenuto conta delle differenze tra i due media adottati e del divario di personalità degli artisti esecutori dell'affresco e della statua, il riscontro sembra assolutamente valido. Il signore in rosso di Fénis puè effettivamente coincidere con Bonifacio I di Challant come lo conosciamo dal suo gisant. Di Bonifacio, quindi posse– deremmo ben due ritratti, somiglianti, entrambi credibili perché ritratti reali, fisionomici. La cosa merita di essere sottolineata, da un lato perché è il primo caso del genere - in ordine cronologico - che si sia fin qui rintracciato in Valle d'Aosta, da un altro lato perché per un personaggio nato verso ill340 la cosa non è cosl comune anche volendo provare ad uscire dal ristretto confine della Valle. Lindividuazione dei personaggi puè continuare. Davanti al cardinale An– tonio la figura di un vescovo dovrebbe coincidere con Guglielmo di Challant, vescovo di Losanna, altro fratello di Bonifacio. In questo caso l'aderenza ri– trattistica è meno palese. Anzi, ad essere sinceri ho sempre avuto l'impressione che quello del vescovo fosse un ritratto molto più apertamente stereotipato. È possibile che gli autori dell'affresco non avessero avuto occasione di studiare bene il personaggio dal vero. Sembrerebbe comunque possibile arguire che Guglielmo non assomigliava molto ai due fratelli maggiori. Piuttosto, e que– sto in maniera genealogicamente corretta, il personaggio sembra più giovane degli altri due, come effettivamente era, essendo l'ultimo nato tra i figli di Ai– mone e Fiorina superstiti all'inizio del Quattrocento. C'è pero un quarto personaggio che sembra invece presentare nuova– mente tratti fisionomici di elevata credibilità. Si tratta della figura col grande copricapo bianco collocata al centro del gruppo dei laici, dietro a Bonifacio di
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