Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
264 Bruno Orlandoni Challant. Questo personaggio, per posizione, alberi genealogici alla mano, do– vrebbe identificarsi nel quarto fratello, Amedeo di Ayrnavilles. Amedeo nell'affresco appare più giovane di Bonifacio ed ha il volto de– corato da una lunga barba rossiccia a punta, il naso affilato, quasi aquilino, e due ciocche di riccioli che gli scendono sulle ternpie sbucando dai cappel– lone. 1 dettagli della barba e della chiorna fulve coincidono effettivarnente con una notazione fisionornica lasciataci dalle cronache, secondo la quale il signore di Ayrnavilles era "di una bella testa che pareva un leone". È una frase della Historia della casa di Challant e di Madruzzo, del Vescovi 634 • La Histo– ria del Vescovi è, notoriarnente, una sorta di trascrizione aggiornata e par– zialrnente rnodificata della Chronique de Challant del Du Bois, più antica di circa 170 anni. Ora stupisce naturalrnente il fatto che proprio di questa no– tazione non si trovi traccia nel Du Bois, che pure su Amedeo di Ayrnavilles aveva notizie di prima mano. Si dovrà cornunque pensare che il Vescovi di– sponesse di altre fonti letterarie- foss'anche una differente versione della Chronique, poi dispersa - oppure di fonti figurative sicure, oggi non più in– dividuabili. Non si vede perché altrirnenti avrebbe dovuto inventarsi un dato di questo tipo. ln passato ho già osservato più volte corne il supposto ritratto di Amedeo di Ayrnavilles presenti singolari tratti di sorniglianza con i linearnenti del volto di una delle più belle icone del Quattrocento valdostano: il cosiddetto "San Giacomo di Runaz", che dopo aver soggiornato per un quarto di secolo nel te– soro della cattedrale di Aosta è stato ora riportato in un modesto arrnadio "rnuseo" nella parrocchia di Avisé 35 • Coincidono non solo la tipologia gene– rale del personaggio, l'assetto dei riccioli e della barba, il profilo affilato, rna anche - e qui il fatto diventa più curioso - il dettaglio di rnoda del colossale cappellone, nel caso del San Giacomo solo ulteriorrnente arricchito da un grande cono centrale. Proponendo di vedere nella scultura un frarnrnento del dispersa arredo della cappella di San Giacomo fondata da Amedeo di Challant nella chiesa francescana di Aosta scrivevo: "Potrebbe quasi sorgere il dubbio che lo seul– tore" - il grande Stefano Mossettaz- "abbia lasciato nell'icona del santo una sorta di ritratto idealizzato del suo cornrnittente" 636 • 634 VESCOVI V. Historia della casa di Cha/fant e di Madruzzo, ed. ac. di L. COLLIARD, Aosta 1969. 635 ÜRLANDONI B. Stefano Mossettaz e bottega: San Giacomo maggiore, in ÜRLANDONI B. (a cura di), La chiesa di San Francesco in Aosta, Torino 1986, p. 262. 636 Ibidem.
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