Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

268 Bruno Orlandoni o almeno alcuni di essi- che "fuerunt ... in prandio" con Amedeo quella do– menica di febbraio dell395. La registrazione finale del conto di Fénis ci pone quindi in una singolare condizione: mi pare infatti chiara come, di fatto, ci permetta quasi di assistere - almeno idealmente- al pranzo di lavoro nel corso del quale si erano dovute discutere le modalità dei restauri da condursi al castello di Aymavilles. La cosa ci appare oggi di singolare modernità e pone anche Amedeo di Challant - come già suo fratello Bonifacio - in una luce del tutto particolare. Sicura– mente Amedeo doveva trattare in prima persona le condizioni dei restauri avendo per l'architettura un occhio di particolare riguardo. E questa caratte– ristica del nobile è puntualmente confermata dal cronista degli Challant, Pierre du Bois. . "Ainsi- scrive Du Bois a proposito di Amedeo- avoir memoyre de tout ... Tous ses serviteurs et oevriers (car, il employa autant de son temps a faire les ediffices et aultres oevraiges que homme de son hostel de Challand), il les contenta grandement et guerdonnà' 645 • Si tratta- ricordiarnolo qualora ce ne fosse bisogno - della notazione che ci lascia un cronista di farniglia, il cui compito è quello di glorificare i signori di cui è stato collaboratore e segreta– rio, e quindi portato all'adulazione quasi per deviazione professionale, oltre che per mentalità e- quasi di cerro- per oggettiva arnmirazione e gratitudine. È tuttavia singolare che, tra le innumerevoli qualità di cui poteva disporre per lodare e celebrare Amedeo, il Du Bois vada a scegliere non tanto delle doti guerresche, militari o politiche - coraggio, saggezza, lungimiranza - come sarebbe stato naturale per un cavaliere, o ancora non tanto la "pietas", la religiosità, la bontà, !"'esprit de courtoisie" che a parole dovevano costi– tuire il bagaglio base di ogni buon membro della classe egemone di fine Tre– cento, bensl questa sorta di mal della pietra che, a sentire il cronista, affliggeva Amedeo più che ogni altro "homme de son hostel de Challand", e insieme la sua generosità, non genericarnente, o nei confronti della chiesa, o dei poveri e dei derelitti, sempre come di norma all'epoca, bensl specificarnente nei con– fronti del personale artigiano impiegato sui suoi numerosi cantieri: "ses ser– viteurs et oevriers". Questa affermazione di Du Bois acquista un peso ancor maggiore e ulteriore credibilità dopo che Gianni Thumiger ha rintracciato d'Aosta, Ivrea 1998, voce Johannes Francisci e ripubblicato nella rrascrizione Perrin in PERRIN J.-C. Le château d'Aymavilles, in A.A. SEDD'HV III N.S. Aosra 2003, pp 95-99. 645 Du BOIS P. Chronique de la maison de Cha/fant a cura di O. ZANOLLI in Mn. N 1970, p. 55.

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