Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 281 Anche il fatto delle infeudazioni da parte di Amedeo di Challant ha un indubbio significato. È vero che l'infeudazione di beni immobili poteva es– sere una forma di pagamento come un'altra, ma non puo non tornarci alla mente la frase del Du Bois: "Tous ses serviteurs et oevriers ... il les contenta grandement et guerdonnà'. Ultime ipotesi possibili quelle relative al nome completa e ali'origine del nostro personaggio. Oltre al nome di battesimo Johannetus appare quasi sempre citato con i termini di "perrerii !andrea", il secondo dei quali nelle trascrizioni cinquecentesche diventa anche "landreau", "landriau" e "d'an– drea". Sembrerebbe, quest'ultimo, un patronimico mentre il primo termine "perrerii" potrebbe essere sia un ulteriore patronimico, che un indicatore di professione, o meglio ancora, un indicatore di professione patronimico. Johannetus è poi detto chiaramente nativo di un borgo della diocesi di Gi– nevra: questo "cusye" che non sono riuscito a localizzare con sicurezza. Po– trebbe trattarsi del villaggio di Cusy, una quindicina di chilometri a nord-est di Aix-les-Bains lungo l'attuale strada D 911, villaggio che a fine Trecento do– veva proprio dipendere dalla diocesi ginevrina. Si puo anche sottolineare una certa assonanza tra il "de cusye" del do– cumenta aostano del 1406 e il "de recluso" che nei computa del conte Verde risultava come epiteto del magister Johannetus operante al castello di Cham– béry tra il 1376 e il 1383. Cosa fosse questo "recluso" pero, non è affatto chiaro. Clusaz o Cluse erano toponimi frequentissimi ne! medioevo ed effet– tivamente un "Col de la Cluse" si trova proprio una decina di chilometri a sud di Cusy, rra la Roche de Prépoulain ela Tour de l'Angle, all'estremità setten– trionale del Mont Revard, cinque o sei chilometri ad est di Aix. Non sem– brano pero ancora dementi definitivi tali da permettere di considerare convergenti verso un unico personaggio le due diverse serie di informazioni fin qui raccolte. Per altro possiamo ricordare come la provenienza di artigiani dall'area ol– tralpina fosse abbastanza frequente nella Valle d'Aosta di fine Trecento. Johan– netus aveva un'origine non lontana da quella di Sadono de Versoye, o da quella di Pantherea, posto che Pantherea provenisse dall'area di Losanna. Non è tutto. Un documenta rintracciato e trascritto da Roberto Bertolin relativo a transazioni della famiglia Vallaise cita, tra i testimoni presenti alla stesura dell'atto, nell'ultimo decennio del Trecento, un "magister Johannes de Co– bremont pictator". Il personaggio era fin qui sconosciuto ma la sua profes– sione sembra inequivocabile. Bertolin mi segnala che sono gli anni in cui i Vallaise stavano costruendo il primo lotto di quella che i documenti defini-

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