Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

282 Bmno Orlandoni scono "domus fortis de costà' che oggi è il castello Vallaise, rimaneggiato poi ampiamente in epoca barocca. lmmediatamente posteriore a questa citazione del pittore è quella, nella nuova casaforte, di una "camera pietà' che potrebbe ben essere stata l'oggetto della presenza ad Arnad di questo maestro. Ora non ne sono del tutto cerro ma credo che illuogo di provenienza di questo pit– tore, Cobremont, possa ben identificarsi con il borgo di Combremont-le– Grand, ne! cantone di Friburgo. Negli stessi anni che vedono la presenza in Valle di questo Johannes de Cobremont, in Svizzera è pure documentato un François de Combremont, "alias Pencharez? ... aurifaber ... de 1393 à 1419"681. Un'ultima riflessione sul ruolo di Johannetus nei confronti del suo com– mittente. Mentre Bonifacio di Challant, a Fénis, sembra aver operato con una molteplicità di artigiani e il ruolo del suo probabile capomastro, Sadono di Versoix, emerge sl dai conti, ma non in maniera cosl inequivocabile, sem– bra che tra Amedeo e Johannetus si sia definito un vero e proprio rapporta privilegiato, del tipo di quello effettivamente citato dai Du Bois nella sua Chroniqu/> 82 • Contestuale e conseguente sarebbe stato ovviamente il rapporta tra Johannetus e il castello: tale da permetterci di definire illathomus come "architetto del castello di Aymavilles", un po' come, negli anni immediata– mente precedenti, l'altro lathomus Aymonetto Perreti avrebbe potuto benis– sima definirsi "architetto del castello di Cly" 683 o come, alla fine del Duecento, Giovanni di Chevrère avrebbe potuto essere definito "architetto del castello di Bard" e alla fine del Quattrocento, ben tre capomastri- Petrus de Aymo, Michele de Ecclesia e Raymundus Quarti - saranno definiti nei conti di Giorgio di Challant, "lathomi Yssogne", vale a dire "architetti del castello di Issogne" 684 • Purtroppo la maggior parte dei documenti che potrebbero confermare questa affermazione svelandone lo spessore è perdura. Che fine ha fatto l"'aul– tre liasse de plusieurs papiers pour la reparation du chasteau daymaville" re– gestata al numero 814 dell'inventario del 1565 685 ? È ovvio che se si fosse conservata le nostre valutazioni potrebbero essere ben più precise. E più ampie potrebbero essere le ricostruzioni se solo i materiali superstiti fossero un po' più numerosi. Si potrebbe scoprire, per esempio, che questo rapporta privilegiato 681 GRANDJEAN M. L'orfévrerie gothique dans le pays de Vaud, in Trésors d'art religieux en pays de Vaud, catalogo della mostra, Losanna 1982, p. 82. 682 Infra nota 645. 683 Infra 3.4. 684 Infra vol. II, 13 e 14. 68 5 BosoN]. cit. in BASA XXII Aymavilles 814.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=