Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

288 Bruno Orlandoni tesco viale di accesso al castello, dopo il cancello esterno, procede in leggera salita per superare il dislivello costituito dai due primi terrazzamenti. Larea in cui il viale si collega alla seconda terrazza, invece di essere su terrapieno, come invece tutto il resto della rampa di salita, appoggia su un ponte le cui due spalle laterali sono costituite da due bellissimi archi a tutto sesto in pie– tra da taglio a spigoli smussati. In realtà non si tratta di due archi semplici, ma doppi, nel senso che ad ogni ghiera esterna, realizzata in blocchi di tra– vertino giallastro, fa riscontro una seconda ghiera, interna, in blocchi di bar– diglio, parallela alla prima e solo di luce di poco inferiore; lo spazio intermedio tra queste due strutture, di poco più di una ventina di centime– tri di ampiezza (un piede?) è oggi chiuso da zeppe di muratura di mediocre fattura, chiaramente aggiunte a tamponare quello che in origine doveva es– sere uno spazio aperto, quasi certamente una rotaia vuota per lo scorrimento di una saracinesca. In altri termini gli archi non sembrano altro che le due aperture, esterna e interna, di quello che in origine doveva essere un bel por– tale di una tipologia diffusa nell'ambito del tardogotico valdostano, allog– giato all'interno di una torre di ingresso a porta passante 703 • Il fatto che si tratti di struttura tardomedievale precedente al rimaneggiamento rococo è evidenziato non solo dalla tipologia (forma e materiali) del manufatto, e dalla sua qualità, nettamente superiore a quella di tutte le altre strutture settecen– tesche vicine; ma anche dal fatto che sotto il passaggio delimitato dai due archi sono effettivamente presenti dementi settecenteschi, in particolare due grandi archi intermedi eretti per reggere la strada soprastante: si tratta di due grandi archi ribassati, del tutto diversi dai precedenti, la cui forma e i cui modi esecutivi chiariscono in modo palese il salto culturale e tecnologico de– terminatosi tra il Quattrocento di Amedeo di Aymavilles e Bonifacio il ma– resciallo e il Settecento del loro lontano discendente Giuseppe Felice di Challant. Non sappiamo se i due archi delimitassero quella che doveva costituire l'entrata principale del castello, che il De Tillier dice essere "defendue par une porte de fer et d' un pont levis digne de la grandeur de leur maison" 704 • Piut– tosto, data l'ubicazione, la torre che doveva sormontare il portale sembrerebbe dover essere stata una torre interna alla grande cima muraria maggiore; forse 703 La natura tardomedievale di questi archi è stara da me segnalata in ÜRLANDONI B. Castelli:frammenti per una storia dell'architettura tardomedievale in Valle d'Aosta, in Voi– sins? Vallée d'Aoste et Valais, "Histoire des Alpes, Storia delle Alpi, Geschichte der Alpen", 4, 1999. 704 DE TILLIER, H istorique, p. 210.

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