Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
290 Bruno Orlandoni oggi perduto, e non quello superstite- fosse il portale "degno della grandezzà' degli Challant ricordato da De Tillier. 6.8 IL TORRlONE DI AYMAVILLES A chi volesse tentare un'ulteriore ricostruzione dell'assetto tardomedie– vale di Aymavilles resta poi ancora, naturalmente, il donjon centrale del ca– stello, accantonato dalle sue quattro torri cilindriche, che pone pero anche lui notevoli problemi di lettura e di restituzione. Il primo tentativo compiuto di interpretare le preesistenze del superstite corpo centrale del castello è stato fin qui quello del Nigra. Data la sua importanza lo riporto integralmente. Nigra scrive: "Di que– sta casa esistono tuttora le grosse mura perimetrali fortemente scarpate, e un muro trasversale che la divide ai diversi piani in due ambienti forniti di grandi camini e illuminati da finestre incorniciate di marmo bardiglio e munite di se– dili. Sono sparite le torricelle sospese che forse ne coronavano gli angoli, non– ché la merlatura corrente. Questa fu sostituita da un'altra sorretta da triplici beccatelli di bardiglio portanti i merli di tufo traforati da feritoie a croce, la quale fu costrutta contemporaneamente alle torri. Il piano di questo nucleo situato allivello del cammino di ronda era co– perto da tetto poggiante sulla merlatura. Vi sono bensl nella parte superiore dei beccatelli delle scanalature che farebbero pensare essere esse destinate allo scolo delle acque, e che il tetto versasse quindi le acque piovane alloro piano. Ma queste scanalature sono tanto piccole che non sarebbero bastate a smaltirle, onde illoro ufficio doveva essere un altro e forse quello di espellere semplice– mente dai cammino di ronda le acque di infiltrazione e condensazione o quelle degli straventi. Gli altri piani erano coperti da soffitti in legno come lo sono tuttora. Il sotterraneo era invece coperto da volte in pietra a tutta monta che si conservano ancora intatte. Tutti questi piani prendevano luce da finestre che a somiglianza di quelle del castello di Fénis innalzato dallo stesso Aimone, avevano i contorni in pie– tra a forma rettangolare o a croce con gli angoli smussati. Alcune di esse si conservano intatte coi rispettivi sedili, di altre restano numerose tracee. Si conservano anche le porte che davano accesso alle torri dall'interno, an– ch'esse incorniciate e architravate di pietra.... Le torri sono fatte di grossi muri di tufo e travertino, e almeno due di esse dovevano contenere delle scale in pietra di cui rimane qualche vestigia. Al– l'epoca dei lavori eseguiti ne! sec. XVIII queste torri furono rialzate perché esse non venissero soffocate dai tetto della parte centrale che per l'aggiunta delle gallerie dovette essere notevolmente sopraelevato. Per questo !oro
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