Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 31 grande - e pure ancora incompleta - messe di documenti permette final– mente non solo di localizzare con precisione cantieri e lavori cosl come in– terventi di costruzione ex novo o di ricostruzione o di restaura, ma anche di legare questa complessa e articolata attività edile non più soltanto ai nomi dei signori committenti, come già era possibile fare fin dai tempi dei diversi Recueils di De Tillier, ma anche a quello degli operatori di can– tiere. Dai magistri operum attivi forse spesso più come amministratori che come capomastri, ai progettisti veri e propri, ai capi cantiere, agli impre– sari con i loro socii e i loro famuli, ai manuoperarii, ai fornitori e traspor– tatori. È tutto un mondo che finalmente emerge dall'oblio per balzarci incontro con una vivezza ed un' evidenza fino a poco fa del tutto inimma– ginabili. Si comincia già nel XIII secolo a Bard, dove sono citati i diversi lathomi Nicholaus, Nicholinus, Nichodus, Hodanyn, un magister Gunterus e so– prattutto Vullelmus de Chevrère, che da diverse notazioni presenti nei com– puta della castellania emerge come una vera e propria autorità almeno a livello locale. Allathomus Johannes de Castronovo e ai muratori Brunondus e Petrus de Rovorey si devono i lavori di costruzione del castello di Cham– porcher. Già con questi primi documenti si definiscono prassi e sistematiche ope– rative. Le diverse specializzazioni cominciano ad enuclearsi, anche se spesso con evidenti indici di elasticità e variabilità. Cosl ampiamente documentata è la mobilità territoriale. Chevrère, Rovarey, Castronovo/Castelnuovo sono si– curamente toponimi indicativi dei luoghi d'origine dei diversi operatori men– tre si segnala che la calce per Champorcher era stata fornita da uno specialista di Donnas, Giordano Nicholati, e alcuni complementi in ferro per lo stesso cantiere erano stati acquistati ad lvrea. Tra Arnad e Cly è documentata per la prima volta un'intera famiglia di operatori: quella dei Seylini di Echallod. Pietro appare al castello di Arnad e alla casa del priore Giovanni di Vallaise, dove lavora anche Aimonetto, men– tre Andrea sarà documentato un quarto di secolo più tardi al castello di Cly. Altre dinastie di artigiani appariranno poi, via via già dal Quattrocento: dai Magnet, ai Soudan, ai De Fary, ai Goyet. Formidabile la messe di dati contenuta nei conti tardotrecenteschi di Quart, Cly, Fénis ed Aymavilles. Continuano ad evidenziarsi due aspetti co– stanti: da un lato la mobilità internazionale, da un altro il transitare delle stesse maestranze di cantiere in cantiere. Il primo ci induce a segnalare i valsesiani Vibon e Comol al verziere di Fénis, Sadono de Versoya al castello, illathomus Johannetus de Cusye "gebennensis diocesis" e suo frarello- di nome forse
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