Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 299 doppia loggia che sicuramente doveva percorrere la facciata interna del corpo aggiunto a sud del castello di Issogne da Ibleto di Challant. I riferimenti na– turalmente valgono sotto il profila tipologico e per evocare la solita gara di emulazione che caratterizzava in maniera cosl sostanziale tutta la civiltà delle corti. Perchè non escludo che, rispetto ai due casi precedenti - databili sicu– ramente entro la fine del Trecento- Aymavilles potesse aver fornito, nel primo decennio del Quattrocento, un modello più complesso e ricco, vale a dire pro– prio una loggia in muratura, come ipotizza Perrin. Infine la segnalazione della cappella che si trovava chiaramente inserita in un vano forse concepito appositamente- dotato pure di "daresie", vale a dire di quelle cancellate lignee che gli atti sinodali di primo Quattrocento ordinavano di collocare a separazione dell'area riservata al clero da quella aperta ai fedeli -. È questa, vale a dire la presenza della cappella all'interno del corpo del "planum castri", un ulteriore elemento a favore della datazione alta, cioè al tempo di Ame– deo. Infatti la cappella era già pronta nel suo nuovo assetto ("noviter muratà') nel 14 16, come risulta dalla visita pastorale di quell'anno, e cio lascia intendere che tutto il corpo che la conteneva dovesse essere terminato. Di passaggio si puo anche osservare come la rifondazione della cappella avesse determinato anche un'integrazione della sua dedica: a San Nicola si aggiungeva quel San Cristoforo che neppure un decennio più tardi sarebbe stato uno dei due intestatari della lus– suosa cappella sepolcrale del vescovo Moriset nella cattedrale di Aosta. Una struttura di simile complessità doveva certo pareggiare il donjon per importanza ed eleganza. Certo se pensiamo che tutto cio sia stato costruito - insieme, probabilmente, a rifacimenti di mura di cima e torri, e al portale, e al rivellino davanti all'ingresso- da Amedeo di Challant a partire dai 1395, si giustificano da un lato illungo lasso di tempo intercorso tra le prime testimo– nianze di apertura del cantiere e quella che ne clavette essere la conclusione poco dopo il 1410, da un altro lato il costo dell'operazione ipotizzato dai Du Bois nell'ordine dei cinquantamila fiorini. Cifra enorme che darebbe anche un senso ed una motivazione precisa all'intervento finanziario del cardinale Anto– nio- ricordato dai De Tillier- a sostegno del fratello Amedeo che- come sot– tolineava Du Bois- in fondo era il "più povero" dei quattro figli di Aimone. Infine l'imponenza di tutte queste operazioni giustifica il ricorso ad un architetto-capomastro di alto livello e, posta che questi sembra a tutti gli ef– fetti essere stato Johannetus de Cusye, ricordato ad Aymavilles almeno dai 1395 al1413, è comprensibile che i documenti dell'epoca lo citassero collu– singhiero epiteto di "lathomus castri Arnaville": "architetto del castello di Ay– mavilles".
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