Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

302 Bruno Orlandoni 7 LE CONSEGUENZE DI PENIS. ALCUNI CANTIERI VALDO– STAN! TRA LA FINE DEL TRECENTO E IL PRIMO QUARTO DEL QUATTROCENTO. 7.1 ANCORA PÉNIS ED AYMAYILLES Un'altra operazione che si renderà necessaria per completare le nostre va– lutazioni su Pénis in particolare e più in generale sulla situazione dell'archi– tettura valdostana nei decenni a cavallo tra Tre e Quattrocento, sarà un confronto con l'insieme di dati che possediamo sulla conduzione dei cantieri europei negli stessi anni. Più le nostre ricerche procedono, più si accumulano i dati su situazioni e operazioni disparate, più ci rendiamo conto di quanto sia problematico pro– porre al riguardo schemi di valutazione e di interpretazione unitari. :Limpressione che sempre più tende ad imporsi è che quello dei cantieri medievali e della loro gestione fosse un vero e proprio universo relazionale ca– ratterizzato al proprio interno da un'estrema varietà di situazioni e soluzioni. Questa complessità era determinata da un insieme di fattori di grande variabilità e contingenza che attenevano ai più diversi domini, della prassi come dell'ideologia. Senz'altro bisognava fare i conti con le differenti situazioni locali in cui si doveva operare, ma non è semplice stabilire quali fossero i meccanismi di scelta in base ai quali si decideva di privilegiare certe possibilità piuttosto che altre. Ad esempio, quelli del reclutamento della mano d'opera e dell'approvvi– gionamento dei materiali, erano sl innanzitutto problemi pratici ed economici, ma erano anche delicati problemi di politica locale. È evidente che se la mano d'opera specializzata non esisteva sul posto bisognava per forza andare a cercarla altrove; ma non è neppure detto che, anche trovandosi in loco, fosse conside– rato utile reclutarla, e non piuttosto andare a cercare maestranze straniere. 1 grandi committenti del tardo Trecento e del primo Quattrocento ao– stano erano anche i signori dei feudi in cui le committenze dovevano concre– tizzarsi. Se dotati di acume politico e di intuizione non poteva sfuggir loro, quindi, il ruolo di volano dell'economia e di strumento di ridistribuzione della ricchezza che l'organizzazione di grandi cantieri non poteva non rivestire nei confronti delle comunità locali. Né doveva sfuggir loro il ruolo di aggiorna– mento e di avanzamento qualitativo a cui poteva assolvere la chiamata di mae– stranze forestiere. Pino a che punto, Sadono de Versoya, Vibon e Comol, Panthérea, Johan– netus, erano stati chiamati d'oltralpe o dal Piemonte in mancanza di personale

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