Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 305 Rispetto alle continue frequentazioni transalpine di Bonifacio e Amedeo Ibleto sembra essersi mosso prevalentemente nell'area subalpina. Tra il1375 e il 1390, mentre Bonifacio fa la spola tra Parigi, Nizza e Avignone, Ibleto è impie– garo dai Savoia soprattutto per i rapporti con Milano e Pavia, dove è documen– tato nel 1375, nel 1382 e nel 1390. Allo stesso modo mentre Bonifacio acquisisce i feudi transalpini di Montbreton, Usson, Retourtour e Varey, e men– tre Amedeo diventa signore di Châtel Saint-Denis, tra Losanna e Friburgo, a Ibleto vengono infeudati Andorno e Gaglianico 732 a conferma di una direzione di interesse che è comunque sintetizzata da quella che fu forse la più prestigiosa e nota tra le diverse cariche rivestite dai nobile, quella di "capitano del Piemonte". In effetti il tipo di problemi che si pone per quanto riguarda la scelta della mano d'opera puà estendersi anche al piano delle scelte formali. Un esempio puà valere per tutti e lo si puà esplicitare in una domanda apparentemente tanto banale quanto insolubile: che cosa significano le grandi finestre crociate di Fénis rispetto alle bifore sotto arco acuto di Verrès? La situazione in cui viene realizzata la serie di Fénis l'abbiamo esaminata. Su Verrès sappiamo molto meno. Conosciamo solo il committente, appunto Ibleto di Challant, e possediamo una data, il 1390 scolpito sul portale di una delle sale del castello. Non sappiamo se quell'anno sia da intendersi come iniziale o finale della campagna costruttiva o ancora, più difficilmente, se sia una data intermedia. Nel primo caso, rispetto al 1395 che vede la realizzazione delle fi– nestre di Fénis, potremmo affermare che le bifore di Verrès potrebbero essere state progettate un lustro prima ed eseguite più o meno contemporaneamente alle finestre crociate di Fénis. Nel seconda, dovremo considerare le finestre di Ibleto più antiche di quelle di Bonifacio ma di non più di un decennio per quanto riguarda la concezione e di almeno un lustro per l' esecuzione. Comun– que le finestre di Verrès sembrano precedere quelle di Fénis, ma di pochissimo, al massimo di una decina d'anni e molto probabilmente di qualcosa di meno. I due modelli hanno di certo origini completamente diverse. Quello di Verrès era più tradizionale, potendo datarsi come origine almeno al XIII se– cola. ln Valle aveva già alcuni decenni di sperimentazione e conosciamo alcuni esemplari isolati, a Cogne, al castello di Quart, a Dolonne, che sembrano con– nessi alle soluzioni adottate da Ibleto di Challant. In anni non molto lontani dalla costruzione di Verrès si erano messe in opera finestre analoghe nel castello sabaudo di Ivrea, mentre sicuramente un'area di grande sviluppo del modello a fine Trecento era rappresentata da Pavia 73 3, dove, nellocale castello viscon- 732 VACCARONE L. Scritti sui Challant ed. a c. di L. COLLIARD, Aosta 1967. 733 Su Pavia v. ROMANINI A. M. L'architettura gotica in Lombardia, Milano 1964.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=