Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

32 Bruno Orlandoni Anthonius - ad Aymavilles. La seconda ci permette di seguire il carpentiere Domenico de Vielymorta da Quart a Fénis, il fabbro Bel Peyl e il carpentiere Johannes Johannini da Fénis a Cly, i carpentieri Giovanni Perronini, Giovanni de Ciresia e Giovanni Francisci da Fénis ad Aymavilles. Il terzo di questi car– pentieri probabilmente doveva operare dalle parti di Châtillon se era proprio figlio suo il "Nicholetus figlio di Johannes Francisci" che all'inizio del Quat– trocento forniva illegname per un ponte da costruirsi presso quel borgo. All'inizio del Quattrocento comincia ad emergere ad Aosta la figura del carpentiere Jacometto Bolent. Lo troviamo a Cly e in città operante alla torre dei Balivi e citato in documenti economici e politici. Sembra aver rivestito un ruolo primario nella gestione della professione in città nei primi due decenni del nuovo secolo. Soprattutto è la torre dei Balivi che sembra catalizzare l'attività dei mag– giori esperti del settore. Dopo Jacometto Bolent è curata da Aymonet Cor– niaux, poi da Stefano Mossettaz, poi ancora da Marcello Gérard. Nell'arco di sessant'anni questi quattro personaggi appaiono su decine di cantieri centrali nella storia architettonica della Valle: oltre che ai Balivi, a Cly, Quart, Bard, Saint-Germain, Feydix, al chiostro della cattedrale, al campanile di Jovençan 41 • Lavorano di solito come amministratori progettisti - pur essendo tutti prima di tutto esperti artigiani e capomastri - e sembrano costituire il livello alto della professione edile nella regione, collegato alla corte ed operante spesso su suo mandato. Se ne pub dedurre un sicuro peso politico che a volte appare nei docu– menti: Bolent è tra i maggiorenti che giurano fedeltà ad Amedeo VIII nel corso delle udienze generali del1409. Mossettaz nel1443 partecipa, insieme ali'orafo Jean de Malines e al fabbro Hugonet Vachery, ali'elezione dei sindaci e del consiglio comunale di Aosta. Il fabbro Bormandini realizza l'asta di sta– gno per il pennone del donjon di Cly, ma nello stesso castello riveste anche il ruolo di mistrale. Per condurre i diversi cantieri di cui sono responsabili, questi maestri si rivolgono ad altri capomastri e capibottega che sembrano costituire una sorta di secondo livello, quello più direttamente imprenditoriale e operativo, degli impresari capicantiere. Coslla torre dei Balivi risorge sl su indicazioni di Cor– niaux, ma ad opera del capomastro Pietro di Bonino che poi, partito Cor- 41 Forse anche alla cappella di San Grato in via de Tillier se si dovesse accettare l'ipo– resi di amibuirla allo stesso Marcello Gérard: v. ÜRLANDONI B. La cappella di San Grato ela sua decorazione pittorica, in CAVALLARO A.M. 1 DE GATIIS G. 1 SERGI A. (a cura di), La cappella di San Grato adAosta, Roma 1993.

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