Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 311 a trabucco. Cioé operando sul prezzo fissato dall'estimo un ribasso - che pro– babilmeme doveva essere standard e del tutto convenzionale - del 10%. Cio che resta da chiarire è la collocazione esatta della tratta di cima rico– struita in questo frangeme. Il registro di conti parla di "borgo follonico", ma questo termine non mi pare avere riscontri nell'attuale toponomastica di Avi– gliana. Si potrebbe pensare a quello che viene chiamato "borgo feronià' ma in questo caso non sarebbe semplice individuare l'area di castello effettivamente sovrastante questo quartiere del paese. Per quanto se ne puo stabilire la cima del castello di Avigliana corrisponde ai sottostanti quartieri del borgo solo verso nord ed est. Mentre a sud e ad ovest le mura del castello sovrastano aree di territorio ancora oggi disabitate, a nord un primo tratto domina quello che viene chiamato borgo vecchio men– tre a est un altro tratto domina il borgo nuovo. Tra questi due segmenti di cima, una terza tratta domina quel quartiere imermedio dove sorge la porta ferrata che fa da cerniera rra borgo vecchio e borgo nuovo. È possibile che proprio questo fosse il borgo follonico. Questo è, comunque, dei tre borghi so– vrastati dal castello l'unico ad essere fiancheggiato in parte da un corso d'ac– qua che avrebbe potuto effettivamente essere usato dalle aziende artigiane - evidentemente di tintori e conciapelli - che davano il nome al borgo. 7.4 VERRÈS, ISSOGNE, CHÂTILLON È chiaro come queste informazioni inedite su Avigliana siano del tutto in– sufficienti a compensare il vuoto informativo pressoché totale che riguarda le commesse architettoniche valdostane di Ibleto. Queste dovettero rivestire un ruolo non inferiore, anzi forse anche supe– riore a quello rivestito dalle commesse di Bonifacio e Amedeo di Challant nel– l'ultimo decennio del Trecento. Verrès è in assoluto uno dei vertici dell'architettura militare europea del– l'epoca. Issogne dovette rivestire un ruolo non marginale nella storia dell'ar– chitectura residenziale della Valle, ben prima che Giorgio di Challant ne avesse deciso le ultime trasformazioni. E doveva esserci anche Châtillon. È in effetti proprio a Châtillon che Ibleto prima, suo figlio Francesco poi, risultano risiedere con maggior regolarità quando si trovano in Valle, mentre stando al De Tillier un ruolo fondamentale nella trasformazione del castello sarebbe spettato al secondogenito di Ibleto, Giovanni. De Tillier scrive: "Le seigneur Yblet de Challand laissa en mourant cette jurisdiction au seigneur Jean de Challand son second fils qui en fit batir le chateau tel qu'on le voit aujourd'huy, dans une agreable situation sur une émi– nance au dessus du bourg, ou les seigneurs font a present leur demeure une
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