Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

318 Bruno Orlandoni Quello che è certo è che i cantieri di lbleto e poi di suo figlio Francesco do– vevano estendersi anche oltre i riferimenti di Verrès, lssogne, Châtillon, Mont– jovet. Le analisi dendrometriche, per esempio, datano concordemente al 1424 gli dementi in legno sia del camino della torre che di quello del vano annesso alla stessa del castello di Graines a Brusson 756 • La coincidenza è evidentemente significativa e potrebbe segnare proprio una fase di intervento preciso al castello: forse non a caso un intervento di funzionalizzazione residenziale per facilitare l'esistenza della guarnigione, adatto ad un periodo di pace e prosperità. 7.6 UN PICCOLO INTERVENTO SU UN COMPLESSO SCONOSCIUTO: AYMQ– NETTO Dou LO E UN RESTAURO DELLA CASAFORTE DI ANTEY ln effetti oggi è difficile immaginare che in un posto come Graines vi– vessera o anche solo transitassero occasionalmente quelli che De Tillier avrebbe poi chiamaro "gens d'estat". Se guardiamo il Francesco di Challant che nel 1429 si faceva ritrarre da Mossettaz sul coro della cattedrale nello spettacolare gisant, coi suo elegante cappellone all'ultima moda, la raffinata cintura in plac– che metalliche sicuramente smaltate, stemmi e stemmini e iniziali sparsi do– vunque, su else di spade, manici e foderi di pugnali, o ricamati sul cuscinetto, facciamo moita fatica a immaginarlo nel contesto di quel covo di serpi e ra– paci che è oggi il desolato- per quanto fascinosissimo- cocuzzolo di Graines. Di fatto uno dei problemi fondamentali che lo storico che lavora sull'ar– chitettura del medioevo valdostano si trova a dover affrontare è quello delli– vello di conservazione dei monumenti. Di fronte ad alcuni complessi, apparentemente molto ben conservati, quasi intatti, forte è la spinta a dimenticare il passaggio dei secoli. ln realtà la totalità dei monumenti medievali o tardomedievali della Valle è giunta a noi dopo secoli di trasformazioni, distruzioni, ricostruzioni. Emblematico puo es– sere in questo senso il caso di quello straordinario "angolo di medioevo" che è la piazzetta della collegiata di Sant'Orso, che tutti siamo soliti considerare pressoché intatta e sulla quale, invece, di fatto nulla è più veramente nello stato in cui era al tempo di Giorgio di Challant. Pure lo stimolo a dimenticare le trasformazioni è forte. La piazzetta è an– cora il, al suo posto. Llla chiesa, il campanile, il priorato. Non è facile accet– tare l'idea che dalla navata destra della facciata spuntava fuori l'imponente cappella di San Biagio dei Quart. Che le belle facciate in cotto del prioraro pensis manutenere ornatam et munitam": TOGNAN E. 1 LIVIERO A. Le cartulaire du mo– nastère Saint-Gilles de Verrès 1784, in AA NS 1, Aosta 2001, n. 146 p. 155. 756 PERINETTI R. Sintesi delle analisi dendrocronologiche in Valle d'Aosta, in BEPA, 8, 1998, p. 81.

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