Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 325 lathomus minore, scelto rra quelli che aveva avuto occasione di conoscere eve– dere allavoro sul cantiere del suo patron Bonifacio. Altrettanto sicura, in que– sto caso, puo considerarsi anche proprio la datazione della porta: dicendo 1404 sappiamo di poter sbagliare al massimo di un paio di anni in più o in meno. 7.8 ANCORA BONIFACIO 1 E AMEDEO DI CHALLANT. LE COMMITTENZE RELIGIOSE E GU INIZI DI STEFANO MOSSETTAZ Le perdite determinate da distruzioni, ricostruzioni, espropri,- perdite pressoché integrali per quanto riguarda il periodo di cui ci occupiamo - ren– dono quanto mai problematica la valutazione di quelli che dovettero essere gli sviluppi in un settore diverso ma parallelo a quello dei cantieri dei castelli e delle residenze signorili: quello dell'architetrura religiosa. È pero impossibile non pensare che il ruolo primario assunto in maniera cosl vistosa e alta da Bonifacio e Amedeo con le ricosrruzioni e decorazioni di Fénis ed Aymavilles non abbia avuto un puntuale corrispettivo in questo set– tore. Accanto alla prouesse e alla largesse, infatti, il nobile di rango doveva mo– strare pubblicarnente anche e soprattutto la propria pietas, che si traduceva in fondazioni ecclesiastiche e donazioni a chiese e conventi, regolarmente sottoli– neate da imprese, motti e stemmi sparsi negli edifici fatti costruire o rinnovare. È ormai appurato, credo in maniera definitiva, che gli equivalenti di Fénis e di Aymavilles ne! campo dell'architettura religiosa dovettero essere la chiesa e il convento francescani di Aosta. Ancor più se si pensa che, in questo caso, ben più vistoso - trattandosi di questioni di chiesa- dovette essere il ruolo del terzo fratello, il potentissimo cardinale Antonio, vertice assoluto della gerar– chia ecclesiastica del tempo non solo in Valle d'Aosta ma di fano in tutto lo stato sabaudo. Ora è evidente quanto la disrruzione ottocentesca del convento e la di– spersione di tutto il suo patrimonio artistico aprano un vuoto incolmabile nelle possibilità di ricostruzione della situazione ne! settore all'inizio del Quattrocento. Pure la raccolta di documenti e materiali ha fin qui permesso di accu– mulare ipotesi e valutazioni disegnando almeno una sottile traccia di quelli che dovettero essere i percorsi segnati da Bonifacio, Amedeo e dai cardinale Antonio. Ho affrontato questo problema recentemente nella monografia in cui ho cercato di porre alcune basi per ricostruire vita, personalità e opera di quel grande scultore e architetto che fu Stefano Mossettaz 775 • Non ritornero quindi 775 ÜRLANDONI B. Stejàno Mossettaz, architetto, ingegnere e scultore. La civiltà cortese in Valle d'Aosta nella prima metà del Quattrocento, Aosra 2006.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=