Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
328 Bruno Orlandoni cio e più in generale delle dimensioni dell'investimento di prestigio da parte degli Challant; soprattutto se teniamo conto del fano che a questi 1000 fio– rini vanno aggiunti gli altri 1000 lasciati da Amedeo per la costruzione del chiostro e i precedenti lasciti di Amedeo perla fondazione della cappella di San Giacomo e gli ipotetici lasciti del cardinale Antonio, dei quali nulla sappiamo. Fissavo ipoteticamente al141 0 la data di inizio di tutti questi lavori e rias– sumevo i diversi dementi che - anche se in maniera non definitiva- permet– tono di vedere in quell'anno una sorta di momento chiave perla concezione del nuovo programma di rappresentanza della famiglia: il rientro di Bonifacio da un pellegrinaggio a Santa Caterina del Sinai, che dovrebbe essersi svo!to tra il 1406 e il 1407; la sua nomina a cavaliere dell'Annunziata ne! 1409; l'acquisi– zione del nuovo, ricco feudo di Varey (3 maggio 1410); la transazione eredita– ria col cugino Ibleto relativa al!'eredità delloro zio Bonifacio, vescovo di Aosta, che portava nelle tasche dei figli di Aimone l'ingente somma di 6000 fiorini (28 luglio 1409). Di questa transazione resta precisa traccia documentaria ne! fondo Challant dell'Archivio Storico Regionale di Aosta: "Transazione tra li signori Bonifacio di Chaland, maresciallo di Savoya, signore di Fénis, Amedeo di Cha– land, signore d'Aymavilla, Antonio di Chaland, cardinale, et Guglielmo, ve– scovo di Losana, fratelli figli del fu sig. Aimone, da una parte, et li signori Ibletto, signore di Challant et Momgiovet, Francesco di Bossonens et Giovanni di Chaland, signore di Surpierre, padre e figli, dall'altra, perla successione del fu sig. Bonifacio di Chaland morto senza discendenti maschi" 778 • Per di più tra Bourges e Parigi, dal1410 al1412, Bonifacio, mediatore principale- per in– carico sabaudo - tra le parti coinvolte nella guerra civile tra Borgognoni e Ar– magnacchi, era stato il responsabile della conclusione delle paci di Bicêtre e di Auxerre, toccando il culmine della propria carriera politica e diplomatica al centro dell'attenzione della più prestigiosa corte europea. Ora la nuova certezza dell'origine milanese di Mossettaz permette un ul– teriore passo nella costruzione di questa ipotesi, nell'individuazione del mae– stro in quello scultore di nome Stefano da Milano che ne! 1409 è documentato sul camiere della Sainte Chapelle di Chambéry a franco di Jan de Prindall. Ste– fano da Milano lavora con Prindall e altri tagliapietre per pochi mesi, dopo di che scompare. E nessuno scultore di quel nome è più documentato negli anni successivi- a mia conoscenza- nell'area compresa tra Savoia, Bresse, Ginevra, Vallese, Vaud, Delfinato, Valle d'Aosta, Piemonte. La possibilità che Stefano abbia lasciato Chambéry perché cooptato ad 778 AHR FC vol. 30 doc. 7, 1409, 28juillet. Relarivo allo sresso patto è anche il doc. 8 dello sresso cartone.
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