Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

332 Bruno Or!.mdoni della prevostura. La scoperta non aggiunge molto alle nostre conoscenze sul chiostro ma contribuisce a delineare meglio il contesto complessivo di spogli, rapine, demolizioni, spostarnenti, traslochi che deve aver caratterizzato l'Ot– tocento in Valle d'Aosta, confermando l'impressione che ci eravarno fatta al momento dell'organizzazione della mostra del 1986; che cioè le spoglie del convento - spoglie mobili ma anche frarnmenti architettonici - fossero state trattate alla stregua di veri e propri trofei e spartite tra clero, borghesia e su– perstite nobiltà valdostane, che le avevano disperse un po' dovunque, come una sorta di bottino di guerra, spesso anche cancellando le informazioni sulla loro provenienza originaria. Cosl, per esempio, ho già segnalato in passato - ma dopo la mostra del 1986 perché solo dopo li avevo scoperti- un disegno di d'Andrade relativo ad uno dei travoni di un soffitto degli edifici residenziali del convento, in cui si precisa che lo stesso d'Andrade aveva fatto trasportare al "museo di Brarnafarn . .. 1 di questi travi 1 modiglione 1 travetto 1 tavola ed 1 ghiera del fondo di un carnino", il tutto andato poi disperso. E ancora, nei depositi regionali, una lastra con lo stemma del convento ed un'iscrizione che permette di assegnarla ad un edificio fatto costruire dai commissario ge– nerale francescano Stefano Aymonier nel 1636 784 • Una seconda scoperta è avvenuta invece proprio nel fondo Mozzi. Ll, in occasione del sopralluogo che ha portato ad escludere l'origine valdostana dei capitelli che avevo segnalato, si è reperito un oggetto che sembra invece ri– conducibile con pochi margini di dubbio ad arnbiti alpino-occidentali. I.:og– getto in questione è un bacino emisferico in marmo bianco- o gesso di cava? -di non grandi dimensioni. Potremmo definirlo un'acquasantiera, oppure un piccolo fonte battesimale, o ancora la conca di un lavabo o la vasca di una pic– cola fontana 785 • La caratteristica inequivocabilmente aostana di questo oggetto è la decorazione che ne riveste tutta la superficie esterna. Questa consta di un articolato tralcio in cui si mescolano trifogli e fiori a quattro petali con un grande bottone centrale quadrettato, di forme, rese plastiche e tipi assolura– mente consoni a quelli profusi da Stefano Mossettaz e dai suoi collaboratori in numerose loro opere, a partire dai gisant aostano del vescovo Moriset, fino alle formelle lignee di lntrod o al gisant morianense dello stesso Moriset. Naturalmente la genericità dell'oggetto ed un certo livello di stereotipia nell'esecuzione non permettono attribuzioni sicure, ma l'arnbito sembra ab– bastanza fuori di dubbio: quello dei tagliapietre valdostani quanto meno 784 ÜRLANDONI B. Architettura in Valle d'Aosta. Dalla Riforma a/XXsecolo, lvrea 1996, pp. 91-94 e ill. 135, 136. 785 Loggetto è inedito e nella catalogazione in corso del fondo Mozzi reca un cartel– lino identificativo col numero 5205.

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