Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 333 fortemente influenzati dagli esempi di Mossettaz. Restano da definire origine e funzione dell'oggetto. La sua collocazione ne! fondo Mozzi e l'analogia con opere di Mossettaz potrebbero indurre ad immaginare ancora una volta una provenienza da San Francesco, chiesa da cui provenivano i due gisants. Que– sta ipotesi resta da dimostrare ma se accettata esclude già una prima possibi– lità di interpretazione della funzione dell'oggetto. Se proveniente da San Francesco la vasca non potrà essere un fonte battesimale perché la chiesa mo– nastica aostana ne era priva 786 • Un'altra scoperta per moiti versi ancora più significativa è avvenuta invece nello stesso Museo Bardini. Ne! giugno del2008 ho avuto la possibilità di com– piervi un sopralluogo, accompagnato dalla direttrice Antonella Nesi. Il motivo era del tutto occasionale ma in vista di questa possibilità di visita, mi ero pro– posta di ripassare almeno in parte la lezione riprendendo in mano il catalogo del Museo. La mia attenzione era caduta su un singolarissimo oggetto che fin qui mi era sfuggito. La didascalia che lo illustra lo presenta come "arte lombarda (?) della seconda metà del XV secolo: Colonnà' 787 • La scheda ne precisa materia e dimensioni: "marmo, 67,5xl9 cm"; stato di conservazione: "rottura del marmo all'estremità superiore"; collocazione museale: "Sala VI, n. 246, inv. 96c" 788 • Il suo riferimento aostano più forte è ancora una volta nella decorazione che la riveste interamente. La sua superficie infatti è percorsa da un girale di tralci che partendo dalla base si avvolge attorno al fusto risalendolo in cinque spire sovrapposte. Il tralcio è di edera, e dai suo ramo sottile sbocciano foglie model– late con attenzione e qualche bacca in grappoli di quattro. Ancora una volta il riferimento non puà che essere Mossettaz, e in questo caso in maniera ben più evidente che ne! caso della vasca del fondo Mozzi. Qui la qualità è nettamente superiore e sono lo stesso modellato delle foglie, morbido e mosso, il tracciato dei tralci, il sottile gioco dei chiaroscuri a rimandare in maniera esplicita ad al– cuni dei migliori saggi di Mossettaz: dai bordi delle formelle di Introd, al cusci– netto del gisant di Tommaso II, soprattutto alla decorazione a trifogli che riveste la croce della pianeta indossata da Moriset ne! suo gisant aostano. La colonna è intera e dimensionalmente coerente: 67,5xl9 centimetri in 786 Non si posseggono fonti al riguardo ma la concessione di diritti battesimali a com– plessi monastici era piurrosro rara e in particolare la scarsa simparia goduta dai francescani negli ambienri del clero secolare aostano- già sotrolineata da più parti- rende l'ipotesi di questa concessione quanto mai improbabile. 787 NERJ LUSANNA E. 1 FAEDO L. Il museo Bardini a Firenze le scttlture, Milano 1986, tav. 310,311, car. 267. 788 NERJ LUSANNA E. 1 FAEDO L. Il museo Bardini a Firenze le sculture, Milano 1986, scheda 267 a p. 280.
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