Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 341 di Mossettaz. 1 verbali delle visite pastorali condette per conta di Moriset dal 1414 al 1421 contengono al riguardo indicazioni significative. Dalla loro let– tura si puo dedurre che nel solo periodo racchiuso entra il1420, a partire dal– l'inizio del secolo e forse più ragionevolmente solo dal seconda decennio, almeno una decina di chiese parrocchiali erano state dotate di fonti battesimali nuovi. Cosl era a Corléans, Quart, Gressan, Jovençan, La Madeleine, Che– vrot, Gignod, Roisan, Arvier e Saint-Germain 798 • Si potrà osservare che di queste dieci chiese ben otto sono relative a parrocchie confinanti con la città. Delle parrocchie del circondario di Aosta solo Chesallet, Santo Stefano di Gressan, Charvensod, Pollein e Saint-Christophe non avevano rifatto i lora fonti battesimali. Anche se fino ad ora non si è rintracciato nessuno di questi oggetti è abbastanza evidente l'impressione di trovarsi di fronte ad un vero e proprio fenomeno di moda, forse scatenato dall'apparizione in città di quai– che importante monumento di riferimento che diversi parroci e parrocchiani avevano voluto emulare. Il seconda problema è quello relativo al rapporta tra il complesso di cui discutiamo e la crocefissione in alabastro del Museo civico di Torino. Non bi– sogna dimenticare, infatti, come le costituzioni sinodali sottolineino con chia– rezza come le nuove clôtures che si raccomandava di sistemare tra cori e navate, avessero anche la funzione di sostenere il crocefisso trionfale. Il fatto che que– sta raccomandazione fosse stata seguita in maniera abbastanza sistematica dai parroci e dalle comunità della Valle è testimoniato dall'elevatissimo numero di grandi crocifissi databili alla prima metà del Quattrocento che si sono rin– tracciati799. Tutti derivati in varie maniere dal grande esemplare della Catte– draie di Aosta e riconducibili, almeno in apparenza e in parte, a botteghe e scultori diversi, sembrano fornire anche la testimonianza del fatto che si do– veva essere - nella prima metà del Quattrocento - proprio nel pieno di que– sta fase di trasformazione che vedeva la progressiva sostituzione delle vecchie iconostasi a muro pieno e cieco con le nuove clôtures traforate. l:unico esempio superstite di un crocefisso, resto di un calvario completa, collocato ancora sopra l'architrave della porta di una recinzione di coro visibile in Valle d'Aosta, si trova nella cappella del castello di lssogne. Ed è un esempio che conforterebbe, per il rapporta dimensionale e proporzionale esistente tra clôture e calvario, la possibilità di immaginare il bassorilievo del Museo Civico di Torino incastrato in qualche modo all'interno della recinzione del caro fran– cescano, sopra la porta di ingresso. Altro elemento a favore di una collocazione 798 ROULLET E. cir.. 799 Tra gli alrri si possono segnalare quelli di Pré-Saint-Didier, Morgex, La Salle, Ar– vier, Roisan, Quart, Poncey, Ayas.
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