Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

342 Bruno Orlandoni di quel tipo il fatto che, come ho già segnalato in altra occasione, il bassori– lievo oggi a Torino sembra concepito chiaramente per una visione fortemente rialzata 800 • Ora ne! caso avesse costituito il coronamento della porta di accesso al coro francescano il bassorilievo sarebbe stato posato effettivamente con la base ad almeno due merri e mezzo di altezza. Laccettazione di una collocazione di questo tipo per la crocifissione aumenterebbe ovviamente la possibilità di immaginare che la decorazione del fonda del bassorilievo sia, né più né meno, la ripresa del graticcio in ferro colorato a fiori dorati che sarebbe continuato nelle grigliette di chiusura degli intercolumni della balaustra e probabilmente anche ne! cancello che doveva chiudere la porta di accesso al coro. Queste ipotesi restano ovviamente tutte da verificare. Tra l'altro si tratte– rebbe anche di capire come fosse stato risolto ab antiqua, cioè fin dalla co– struzione della chiesa, a partire dal1353, il problema del crocifisso trionfale. La collocazione del bassorilievo torinese non esclude infatti la possibi!ità che il grande spazio compreso tra il margine superiore della balaustra ela volta, che ricordiamo essere in realtà un "plancher à faconde voute toute relevée de scul– ptures e parsemée des armes de Challant" 801 , pasto a circa venti merri di alrezza dai pavimento della navata, potesse contenere anche un crocefisso a tutto tondo, di ben altra dimensione. Anche a questo proposito possiamo riprendere un'ipotesi che è stara svi– luppata solo dopa la mostra del 1986. Nella messa a punta della monografia parrocchiale di Sylvain Vesan su Torgnon, Alma Perrin e Walter Garin hanna avanzato l'ipotesi che il grande crocefisso, portato nel1870 nella parrocchiale di Torgnon appena ricostruita, sicuramente proveniente da Aosta, fosse in re– altà proprio quello della chiesa francescana: "récupéré par un personnage in– fluent de la Ville, pour en faire cadeau au curé Perruchon" 802 • Lipotesi è plausibile e confortata dai fatto che le chiese della Valle a cui poter ricondurre - alle date dei primissimi decenni del Cinquecento - un'opera di dimensioni immani quale il crocefisso di Torgnon sembrano doversi contare su una sola mano neppure completa: Cattedrale, Sant'Orso, San Francesco. E dai mo– mento che le prime due chiese hanna ancora i !oro crocefissi trionfali baste– rebbe tirare le somme. Ora, se davvero il grande Cristo di Torgnon, che si puà datare approssi– mativamente entra il primo quarto del Cinquecento, è quello proveniente da 800 ÜRLANDONI B. Stefano Mossettaz architetto, ingegnere e scultore, Aosra 2006, pp. 340-347. 801 DE TILLIER J.-B. Historique de la Vallée d'Aoste, ed. Aosra 1966, p. 146. 802 PERIUN A. 1 GARIN W. (a cura di), Torgnon recherches historiques, Aosre 1993, rome Il, p. 56.

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