Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
348 Bruno Orfandoni suggeriscono una certa contiguità tra queste due operazioni sono molteplici. Il più significativo è l'assenza di qualsiasi segnalazione della cappella nel te– stamento del suo fondatore, Amedeo di Challant. Tra il testamento (1423) e la morte di Amedeo (1424) passa un lasso di tempo troppo breve per per– mettere questa realizzazione. La cappella quindi doveva esistere già, ed essere sia definitivamente fondata sul piano canonico, che sistemata su quello mo– numentale, tanto da non necessitare di alcun lascito integrativo. Dai momento che sappiamo che dall'inizio del1420 a quasi tutto il1422 Mossettaz era oc– cupato nella costruzione della cappella sepolcrale di Oger Moriset in catte– draie, e restando sempre troppo poco tempo tra la consacrazione di questa cappella e il testamento di Amedeo di Challant, sembra forzato immaginare che tutta l'operazione fosse stata precedente alla commessa di Moriset. Anzi. Sembra molto probabile che la sistemazione delle due cappelle sepolcrali dei Fénis e degli Aymavilles avesse agito da stimolo nei confronti sia dello stesso Moriset che di Francesco di Challant che attorno al1420 pensavano entrambi alle loro nuove tombe monumentali. I.:altro elemento che sembra indicare una certa contiguità di esecuzione tra la cappella dei Fénis e quella degli Aymavilles, è la connessione visiva e simbolica tra le due cappelle, che, nonostante si trovassero in due navate di– verse, erano collegate proprio dall'arcosolio in cui si trovava la tomba di Ai– mone e Fiorina. Ho già anche segnalato come, essendo questa- in particolare proprio la "sepultura bonae memoriae Florinae eius marris" - citata come ri– ferimento topografico nel testamento di Amedeo del1423, la si debba neces– sariamente pensare eseguita prima, e quindi, per gli stessi motivi di cui sopra, eseguita anche prima della cappella sepolcrale di Moriset, cioè entro il 1420. Dai 1415 al 1420, collocherei quindi, insieme, la decorazione della cappella di San Giacomo al fondo della navata meridionale, a cui mi ostino a legare il san Giacomo di Runaz e forse il chierico orante di Sant'Orso, e la realizza– zione dei due gisant per la preesistente tomba di Aimone e Fiorina. Mi pare che se una data puo ipotizzarsi teoricamente perla sistemazione della balaustra del coro francescano, questa debba parsi proprio sempre in questi frangenti. In altri termini mi pare evidente come questa "clôture" do– vesse stare alla cappella sepolcrale dei Fénis, esattamente come la cancellata in ferro ("daresiis ferreis") stava alla cappella sepolcrale di Moriset in cattedrale. Era un arredo necessario a definire in maniera inequivocabile non solo i limiti dello spazio sacro del coro e del presbiterio, ma anche quelli dello spazio sim– bolico - altrettanto importante -, dello spazio di rappresentanza e di memo– ria di quelli che erano i principali benefattori della chiesa, di fatto dei veri e propri committenti. Una datazione della balaustra tra il 1415 e il 1420 mi
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=