Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
50 Bruno Orlandoni quivocabile prova di cio, più che dall'architettura, spesso poi abbondante– mente trasformata, è fornita dalla scultura lignea, di altissima qualità, ricchis– sima, e di cui si continuano ad accumulare esemplari su esemplari. Ai paliotti e alle icone del museo civico di Torino 87 o alle sculture segnalate da don Ga– rino e da me sulla base del catalogo del Brunod ed esposte al Museo della cat– tedrale di Aosta o nei diversi musei parrocchiali valdostani 88 si sono ancora aggiunti: un crocifisso scoperto dai tecnici della soprintendenza di Aosta ne! sottotetto della chiesa di Pénis; una Madonna passata- come pirenaica ma in realtà riconducibile agli esemplari valdostani di Aymavilles e della collezione Giacosa- sul mercato antiquario parigino; un santo vescovo, una madonnina e una Vergine di Annunciazione di collezioni private, segnalati da Elena Brezzi; una Madonna apparsa recentemente sul mercato antiquario americano e su– bito acquistara dai Museo Civico di Torino; un Redentore benedicente an– ch'esso acquistato dai Museo Civico e un'altra Madonna col bambino passata sul mercato antiquario torinese; infine ancora una bella Madonna di fine Due– cento e una di primo Trecento documentate nelle foto del fondo Brocherel 89 • Soprattutto continua ad essere trascurata, forse per lo stato di scarsa leggibi- 87 La serie complera dei pezzi valdosrani gorici del Museo Civico rorinese è srara rie– sposra e ripubblicara in PAGELLA E. (a cura di), Ti-a Gotico e Rinascimento Scultura in Pie– monte, Torino 2001 ; PAGELLA E. (a cura di), Gotico sulle vie di Francia, Siena 2002; AA.W. Sculpture gothique dans les Etats de Savoie, caralogo della mosrra, Chambéry 2003; ROSSETTI BREZZI E. (a cura di), La scultum dipinta, caralogo della mosrra, Aosra 2004. In parrico– lare sul primo di quesri caraloghi si vedano le schede 1, 2, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12. 88 A quesro secondo gruppo di opere si possono ricondurre ne! Museo del Tesoro della Canedrale, le Madonne di Quarre Aymavilles, il San Vinore di Roisan, il samo ve– scovo di Saine-Nicolas, i crocifissi di Valpelline e dell'arco di Augusro e il bassorilievo con scorie della vira di Crisro della sressa canedrale; poila Madonna della parrocchiale di Val– savaranche; le madonnine di Leverogne, di Grand'Aury e di Perir Aury nella parrocchiale di Arvier; la Madonna di Cours nella chiesa di Imrod; le Madonne di Morgex, Variney e Gignod; il grande crocifisso di Vedun ad Avise; le Madonne di Ecours ed Echarlod (e quella rubara a Challancin) a La Salle; un samo vescovo e due accoliri reggicalice a Torgnon; la Madonna di Valdobbia e il Crocifisso rrionfale di Gressoney; la Madonna rubara a Nis– sod (Chârillon); il Crocifisso di Arnad; la Madonna di Ven e il Crocifisso di Donnas; e an– cora la Madonna già Giacosa (da Cogne) e il crocifisso della cappella del casrello di Fénis di proprierà regionale, il Crocifisso delle Carceri di Aosra, la Maesrà dell'Accademia di Sam'Anselmo. Su rune quesre opere si vedano i diversi volumi del Brunod. Mai presa in esame in prospeniva valdosrana perché edira solo recenrememe ma riconducibile alla serie delle più amiche Madonne, ripo Torino/Valgrisanche, Quarr, Variney, è poi una madon– nina passara sul mercaro amiquario inglese (v. Sorheby's European sculprure & works of arr, London, 7 july 2006, L06231, lono 11 a p. 16). 89 Peril crocifisso di Fénis v. APPOLONIA L. / PIZZI L. / BERTONE A. Il crocifisso ligneo policromo della chiesa parrocchiale di Fénis, in Bollettino della Soprintendenza peri Beni Cul-
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