Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 53 caverna''. Allo stesso tempo si lavora alla porta "infra domum porterii" e al ponte levatoio; per questi lavori necessitano delle caviglie che vengono fatte dopo aver acquistato il ferro necessario. Si scava un fossato dentro alla roccia, "dai borgo al castello" tra la "casa del guardiaporta e la suddetta porta'', que– st'ultimo intervento per una spesa di 4libbre, 3 soldi e 8 denari. La scomparsa pressoché totale del castello, in seguito alla conquista na– poleonica e alla costruzione del forte ottocentesco dell'Olivero, rende molto complicata la localizzazione esatta di questi lavori. Tuttavia, sfruttando le piante e le vedute rinascimentali e barocche, si possono avanzare delle ipotesi ed è almeno possibile capire il significato complessivo delle operazioni co.n– dotte. Di fatto si stava ripristinando la struttura difensiva del castello e soprat– tutto la si stava rinforzando e quasi di cerro ampliando. Punto di riferimento è- caso fortunato -l'unico elemento del castello medievale che si sia salvato fino ad oggi: l'impressionante fossato scolpito nella roccia, che dai borgo sale fino al corpo superiore del complesso passando davanti alla casamatta di in– gresso ottocentesca. Possiamo ben supporre che coincida con la "tranchia fa– cienda in rupe a burgo usque ad castrum". Non si capisce se questa "trincea'' dovesse andare dalla "domum porterii" alla "dictam portam (pontis levatici)". Se cosl, si potrebbero individuare i due edifici in questione con il corpo di in– gresso che si trovava in coincidenza di quello attuale e con il corpo di ingresso della cima superiore interna del castello, che dalle piante sei e settecentesche vediamo allineati alle due estremità, inferiore e superiore della trincea 94 . Comunque il fossato scavato nella roccia doveva essere superato da un ponte levatoio che chiudeva la porta di accesso al castello. Tutto questo com– plesso doveva essere collocato in coincidenza dell'attuale ingresso inferiore al forte. Per quanto riguarda il "quondam passus in rupe castri" e il "passus de Blonay" si puo supporre che fossero antiche vie di accesso all'antico castello dei Bard che, nel nuovo assetto, perdevano di significato e quindi dovevano venire soppresse. Queste ipotesi sembrerebbero confermate dalle registrazioni di spesa suc– cessive. Appaiono due capomastri, Hodanyn e Vuillelmus de Chevrayre, che 94 Questa interpretazione che a prima vista non parrebbe del tutto sicura perché alrre notazioni successive sembrerebbero suggerire una coincidenza di "domus porterii" e "porta pontis levatici", sembra poi confermata sia da altri dari comenuti nei conti, che dai dati del conto dei lavori del 1420-1425 (v. infra II vol. 9.6). In quell'occasione si lavorerà ad una "domus seu benrachie . .. in qua habitant custodie" chiamata "cropa" che sembre– rebbe a tutti gli effetti coincidere con il corpo di ingresso del castello superiore.
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