Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

54 Bruno Orfandoni per 9 libbre e 9 soldi costruiscono 14 tese e mezza di muro di due piedi e mezzo di spessore "ad dictam portam", vale a dire "presso la suddetta porta (del ponte levatoio)". Gli stessi costruiscono poi 15 tese quadrate e 9 piedi di muro dello spessore di due piedi "dalla suddetta porta usque ad gradus pas– san ... " e subito dopo altre 30 tese e mezza "a dictis gradibus usque ad capel– lam Sancti Mauricii". Credo che le tratte di muro si possano individuare nelle piante barocche del castello in quelle che si sviluppano parallelamente al borgo di Bard a monte e a valle della stessa porta inferiore del castello. La prima tratta, di 14 tese e mezza "ad dictam portam" dovrebbe essersi trovata a valle, verso Donnas; le altre tratte dovevano essere quelle che dalla porta salivano verso nordovest, in direzione di Aosta, fino ad un edificio absidato che do– vrebbe individuarsi nella cappella di San Maurizio. Questa interpretazione sembra pure favorita dall'analisi di una pianta seicentesca del castello conser– vata all'archivio di stato di Parigi. Da questa pianta si vede che ad un terzo circa della distanza dalla porta esterna alla cappella si trovava un tratto di strada di almeno una decina di merri a gradinata che dovrebbe coincidere con i "gradus" posti al termine della tratta di 15 tese e 9 piedi, prima della tratta di 30 piedi e mezzo costruite da Guglielmo di Chevrère e Hodanyn. La possibilità che la prima tratta segnata dai conti, quella di 14 tese e mezza "ad dictam portam", fosse invece quella che dalla porta sale verso il corpo superiore del castello, parallela al fossato, va esclusa perché, come si vedrà, quel pezzo di cima verrà costruito sempre da Guglielmo di Chevrère, ma per uno sviluppo maggiore, di 27 tese, cinque anni più tardi. ln altri termini Hodanyn e Guglielmo di Chevrère in questa campagna del 1278-79 avrebbero costruito tutta la parte principale della cima esterna che, imperniandosi sulla porta del ponte levatoio, si sarebbe sviluppata lungo una linea parallela al borgo di Bard, fin quasi al vertice settentrionale della rupe del castello, oltre la cappella di San Maurizio. Seguono i pagamenti per la costruzione di una "eschita" di tre tese e un piede e mezzo di spessore dietro alla cappella di San Maurizio; per sei tese di muro spesso tre piedi "ad postellam de glorieta"; per altre cinque tese e mezzo di muro di due piedi di spessore nello stesso luogo, e ancora per una porta sempre "ibidem", cioé verosimilmente sempre nei pressi di questa postierla della glorietta che purtroppo non siamo in grado di collocare sul piano topo– grafico. Tutta questa seconda serie di lavori è svolta dai solo Guglielmo di Che– vrère. Il cantiere pero doveva svilupparsi anche in altre zone del castello. Altri due capomastri, per esempio, maestro Gautero e Nicholino, erano pagati per la costruzione di venti tese di muro da tre piedi di spessore "in cortinis castri",

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