Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
Costruttori di castelli 55 cortine che, in questo caso- credo- dovevano essere quelle del castello supe– riore, cioé del nucleo più antico. Per tutti questi lavori si acquistavano, per 15 libbre, 61 moggi di calce da Ugone Potere. Illathomus Nicholinus era impegnato anche, insieme ad un altro mastro, Nicholao, al borgo, dove si ricostruiva un vero e proprio muro di sbarramento "a parte Donacii". Il muro era spesso tre piedi; la sua lunghezza non è preci– sata ma è intuibile dall'entità del pagamento: 31 libbre e 14 soldi a fronte delle 25 libbre che erano state pagate allo stesso Nicholinus e a Mastro Gaurero per le venti tese di muro di uguale spessore "in cortinis castri". Possiamo imma– ginare uno sviluppo di circa 25 tese, pari a circa 47 merri, a meno di pensare ad un muro di altezze molto diverse. Siamo comunque di fronte alla prova dell'esistenza, già a fine Duecento, di quelle strutture difensive basse che ostrui– vano la strada a chi da Donnas arrivava nel borgo di Bard, strutture di cui ci restano sia testimonianze cartografiche che vedute, anche se molto più tarde 95 • Nel muro veniva aperta una porta "con (sic) ferramentis eiusdem necessariis", e al di sopra ci si costruiva "una mueta'' 96 • Si precisa anche l'acquisto di 70 soldi di pietre "prese negli orti (?)dei borghesi di Bard", forse proprio per ese– guire tutti questi lavori. Credo che sempre finalizzata a questa parte dell'operazione fosse anche la costruzione di una "ravasia'' per la calce. La "ravasia", scavata dagli stessi Ni– cholino e Nicholao per l'ingente compensa di 35 libbre, veniva poi dotara di una sua copertura per riparare il materiale dalla pioggia 97 • Alla portella della glorietta, dove lavorava Guglielmo di Chevrère, intanto si compivano anche lavori di sterro. Si pagavano ben 1500 operai (credo che dovremmo interpretare il dato per "1500 giornate di lavoro") impegnati "a fare questa trincea''. I.:esborso di ben 82libbre è uno dei più elevati nei lavori del castello. Altre 17 libbre venivano spese per il ferro e l'acciaio necessario a fare "martellos, pichias, maleos, cuneos et planchias". Alla fine dei lavori re– stavano "II palanchie magne", due grossi magli, 16 picchi tanta rotti che in– tegri, e 5 piccoli cunei. Tutta la pietra ricavata dalla scavo veniva portata al castello al casto di 10 libbre, 16 soldi e 8 denari. Identico era il casto di ben 200 moggi di sabbia, sempre portata al castello "iuxta alas veteres". Di questi 95 Penso in particolare alla pianta di fine Settecento edita dalla Peyrot (PEYROT A. La Vallée d'Aoste au fil des siècles, Torino 1972, scheda 94) oppure ad una veduta di Bagetti edita in PEYROT A. (MALVEZZI P. 1 NOUSSAN E.) lmmagini della Valle d'Aosta nei secoli, Torino 1983, scheda 28/2. 96 Non sono in grado di interpretare questo termine. Penserei ad una qualche struc– tura di guardia, di lieve entità dato il basso costo di 10 soldi e 6 denari. 97 Tutti i dati che ho riportato fin qui sono in RIVOLIN cit. p. 225.
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