Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 59 mentre quest'ultima si debba individuare nel corpo absidato, registrato nelle piante barocche alla base del roccione verso il borgo e verso Aosta, attorno a cui quattro anni prima, aveva già lavorato lo stesso Guglielmo di Chevrère, la cappella di San Michele fosse invece interna al corpo più antico del castello. Si puà immaginare quella di San Michele come cappella castrale arcaica, fon– data dai Bard se non prima, e quella di San Maurizio come cappella nuova. Verrebbe da immaginare che questa seconda cappella fosse stara aggiunta dai Savoia - e quindi non a caso fosse intitolata alloro santo dinastico - dopo l'acquisizione del castello nel 1242 109 , ma Rivolin mi fa osservare che anche questa seconda cappella è già citata in documenti della fine del XII secolo, quindi precedenti all'acquisizione sabauda. Poi credo si possa idemificare il "cerro muro fatto dalla porta del donjon fino alle mura del castello". La pianta dei ruderi antichi presa dall'Olivero al momento della ricostruzione ottocentesca, permette infatti di leggere due cime murarie distinte. Una cima interna che racchiude il donjon e tutti gli edifici re– sidenziali, corrispondenti alle "camere", "alae" e verosimilmente anche alla "ec– clesia", vale a dire alla cappella di San Michele, e una seconda cima più ampia che racchiudeva la precedente delimitando tutta la parte più alta del colle. Ora queste cime sono proprio collegate da un muro disposto in senso nord/sud che, prolungando di fatto illato orientale del donjon, va a connettersi alla cima esterna in corrispondenza di una torretta posta praticamente a picco sulla Dora, verso la piana di Pont~Saint-Martin. Questo dovrebbe essere il muro di 24 tese e 3/4 (circa 44 merri) costruito da Guglielmo di Chevrère. Un ultimo lavoro pagato 15 libbre, 10 soldi e 6 denari, sempre a Gu– glielmo di Chevrère, è un ultimo tratto di muro "fatto dalla porta del ponte levatoio, fino alla rupe de la Cropa", per uno sviluppo di 27 tese, merli com– presi. Anche questo è un intervento che sulla pianta dell'Olivero sembra lo– calizzabile: si tratta probabilmente del muraglione che, innestandosi in basso sulla porta del ponte levatoio, sale lungo la rupe, parallelo e dietro al fossato scavato nella roccia, verso la torre in cui si apriva la porta di accesso ai recinti centrali del castello. Porta che credo doversi individuare nella "porta augu– stanà', perché in effetti rivolta verso l'alta Valle e quindi verso Aosta. Con le grandi estensioni di cime costruite fino a questo punto il nuovo castello era ormai impostato. ln effetti i quaderni di conti degli anni succes– sivi continuano a registrare lavori solo in tono minore. 109 Quesra osservazione corregge una mia precedente iporesi (v. ÜRLANDONI B. Architettura in Valle d'Aosta, il romanico e il gotico, lvrea 1995, rav. 168 a p. 113) in cui individuavo la cappella esrerna in quella di San Michele.

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