Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
74 Bruno Orlandoni 1300-1301 da cui risulta che un tai lacobo Grasse pagava 7 soldi e 4 denari di tassa "pro rebus emptis de Guillelmo Chivrairi et Guigone Martini Pul– cri"172. È vero che non si parla del "quondam" Guglielmo, ma potrebbe trat– tarsi di una semplice dimenticanza. Comunque altre notazioni dello stesso registra permettono di stabilire che il Guigone Martini Pulcri, di cui Giacomo Grasse comprava i beni, era effettivamente defunto. 1.7 LA COSTRUZIONE DEL CASTELLO DI CHAMPORCHER DAL 1319 AL 1322 Rispetto ali'estensione - ampia ma sicurameme lacunosa - dei dati rela– tivi a Bard, emusiasmante per completezza puo definirsi il conto per la rico– struzione del castello di Champorcher, più tardo di qualche decennio, felicissima scoperta di Fausta Baudin 173 • Lavori alla torre di Champorcher sono già documentati nel 1276 - come si è visto 174 - e poitrail 1310 e il 1311: il castellano di Bard, in questa seconda occasione, nelle "librate" dei suoi conti, registra l'acquisto di vari materiali "pro edificiis castri Campi porcherii quod rehedifecit fecit". Come osserva Fausta Baudin "ln quest'occasione sembra siano stati compiuti essenzialmente lavori con materiale ligneo: nei conti si cita il pa– gamento di coloro che hanno lavorato al castello, carpentieri e operai, pro– babilmente diretti da un tai magister Petrus, per 158 giorni; si elencano i materiali impiegati: travi (4 dozzine: quatuor duodenis chivronorum), 9 dozzine di assicelle (novem duodenis latarum), 8000 tegole di legno (octo miliaribus scindulorum), 19.000 chiodi da carpentiere (decem novem mi– liaribus clavinorum), 1000 grossi chiodi (uno miliarium tachiarum), 104 caviglie (centum quatuor cavillis ferreis) 25 sbarre con ganci (Viginti quin– que sparris cum griffinibus), 23 dozzine di assi (viginti tribus duodenis po– stis )" 175 • Limpiego di chevrom e di scandole lignee permette di ipotizzare lavori di ricopertura. Il numero delle scandole corrisponde ad un'estensione di circa 160 metrï" quadrati, ipotizzando scandole di 20 centimetri per 10, che sem– brano le dimensioni minime possibili (ma avrebbero potuto essere 172 RJvOLIN cit. p. 347. 173 BAUDIN F. La reconstruction de la tour de Champorcher au XlV' siècle, in "Le Flam– beau" 159, 1996, pp. 62-68. V. anche ÜRLANDONI B. Artigiani e artisti in Valle d'Aosta, lvrea 1998, (voce Johannes de Castronovo) e ancora BAUDIN F. Champorcher, la storia di una comzmità dai documenti, Aosta 1999. 174 Infra nota 73. 175 AST sez. riunite, conti della castellania di Bard, 68/29/1 cit. in BAUDIN F. Cham– porcher, la storia di una comunità dai documenti, Aosta 1999, pp. 37-38 e nota 35.
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