Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

Costruttori di castelli 77 castello" come precisa il conta che motiva le spese e sottolinea gli eventuali ri– sparmi. Infine 29 soldi è il costa complessivo di un argano acquistato "de novo", sempre per issare i materiali sulle mura; di un tino per l'acqua necessaria per fare la calce; di quattro contenitori di ferro e di quattro "conchis" lignei per il cementa. Un nuovo lathomus, Petrus de Rovorey, interviene poi per costruire la cima muraria esterna che doveva racchiudere la torre. Per contratto assumeva l'incarico di costruire le mura di due piedi di spes– sore al prezzo di cento soldi a tesa. A differenza di Giovanni di Castelnuovo il prezzo comprendeva pero anche parte dei materiali: in particolare pierre e sab– bia; solo la calce sarebbe stata fornita dai committente. A lavori terminati la cima sarebbe risultata lunga 80 tese: circa 150 merri. Sempre a proprie spese Pietro di Rovarey costruiva poi anche la scala d'accesso esterno alla torre. Il canto precisa che la scala avrebbe dovuto essere per metà in pietra e per metà in legna, irt modo che si potesse alzare "a somiglianza di un ponte levatoio" 177 • Il pagamento complessivo per la costruzione delle mura ammontava a 32 lib– bre; quello per la scala a 4 libbre; 27 soldi venivano infine corrisposti al la– thomus perla sistemazione della grande porta esterna di questa cima di mura, la cui realizzazione comportava l'impiego di sette assi, quattro ganci, quattro sbarre e una serratura. Tutti questi pagamenti sono sul rotolo di conti di Bosone di Villaray– mon, scaglionati dal1 luglio 1320 al1'8 maggio 1322. In una parte avanzata dello stesso conta, corrispondente ad una fase cronologica più tarda, ma sem– pre interna a questo lasso di tempo, tra la seconda metà del1321 e il1322, si trova un'ultima serie di registrazioni. È sempre Pietro di Rovarey a lavorare al castello. Prima per sopraelevare le mura. Il canto precisa che queste erano già state completate, ma che, es– sendo avanzata della calce, era possibile sopraelevarle di due piedi per un tratto di 11 tese (20 metri e mezzo) in cui erano "nimis basse". Poi per costruire sette tese di mura da due piedi di spessore "inter dictas curtinas iuxta turrim". Ève– rosimile che si stesse sistemando un piccolo fabbricato addossato alla torre stessa "ad opus illius qui pro tempore custodiendi castrum". Possiamo imma– ginarcelo come un edificio ad un piano di circa 5 metri di lato. Mi pare che sempre a questo edificio si riferiscano anche alcuni pagamenti successivi "pro serrura hostiorum dicte domus ... pro fusta canalibus positis in dicta domo et 177 "ad similitudinem pontis levatorii" v. BAUDIN F. La reconstruction de la tour de Champorcher au XIV' siècle, in "Le Flambeau" 159, 1996.

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