Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

78 Bruno Orlandoni in parietibus et recto". Le serrature, i canali, i tetti della torre vera e propria, infatti, erano già stati tutti pagati in precedenza 178 • Contestuale alla sistemazione di quest'ultimo edificio, una sorta di vero e proprio corpo di guardia annesso alla torre ma da essa diverso, è anche l'ul– timo lavoro, pagato sempre a Pietro di Rovarey: la costruzione di un pilastro "pro ponte" davanti alle mura e la sistemazione del ponte stesso. Evidente– mente l'accesso al castello doveva avvenire proprio tramite questo pontee la sua costruzione concludeva tutta la campagna lavorativa. 1.8 ANALISI DEI DATI DEL CANTIERE DI CHAMPORCHER Credo sia evidente, dall'insieme di informazioni che ho riportato, l'im– portanza del conto del castello di Champorcher per la nostra conoscenza dei meccanismi organizzativi dell'architettura tardomedievale in Valle d'Aosta. Mentre negli ultimi anni per quanto riguarda il Piemonte si sono pub– blicati i ricchissimi quaderni di conti della costruzione del castello di porta Fibellona a Torino tra il 1317 e il 1319 e della costruzione del castello di Fos– sano tra il 1324 e il 1332, non si era fin qui rintracciato nessun documento coevo valdostano 179 . Grazie a questa documentazione quello che era fin qui uno dei parenti poveri dell'architettura militare della regione diventa un termine di riferi– mento ineludibile. Se è vero che il castello, ridotto oggi alla sola torre, resta in sé un edificio minore, è infatti anche vero che, a questo punto, lo pos– siamo datare e attribuire con sicurezza assoluta. Soprattutto ne possiamo ri– costruire tutta la genesi attraverso questa serie di conti completa, comprendente tutte le diverse fasi del cantiere. Come vedremo più avanti le indicazioni fornite dal conto di Champorcher troveranno riscontro in tutti gli altri cantieri sabaudi. Gli aspetti sostanziali della prassi sia organizzativa che costruttiva sembrano di fatto sempre gli stessi o almeno se non proprio coin– cidenti fortemente omogenei. I conti prescindono da ogni indicazione di tipo progettuale. Queste erano già tutte decise in partenza ed è verosimile che vedessero comunque un'im- 178 La presenza di canali, sia nella torre che in questo edificio annesso, come si po– trebbe dedurre dai successivi conti dei restauri ai castelli di Quarte di Cly (v. infra in que– sto capitolo e capitolo 3), potrebbe anche essere posta in relazione all'esistenza di un piccolo acquedotto interno, anche se sembra molto più probabile, data la limitata lunghezza degli stessi, che si tractasse delle gronde. 179 MONEITI F. 1 REssA F. La costruzione del castello di Torino oggi Palazzo Madama, Torino 1982. CARITÀ G . (a cura di) Il castello e lefortificazioni nef/a storia di Fossano, Fos– sano 1985.

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