Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

80 Bruno Orlandoni come tutta l' operazione fosse gestita dal castellano di Bard che per ovvi mo– tivi logistici aveva regolarmente rapporti economici con lvrea 181 • Terminati i lavori al rustico Giovanni di Castelnuovo lascia il cantiere e gli subentra Brunondus. Mentre Giovanni aveva lavorato come lathomus, fatta eccezione per il posizionamento delle capriate, Brunondus alterna interventi da muratore ad altri da carpentiere. Lavora pero quasi di cerro in tempi coin– cidenti con Petrus de Rovarey, le cui competenze sembrano di nuovo quelle del lathomus ma in parte anche del carpentiere e del muratore. La più lunga per– manenza sul cantiere di quest'ultimo potrebbe essere motivata proprio dalla maggior versatilità; di facto pero va sottolineato come l'unico operatore ad es– sere gratificato, nei conti, del titolo di "magister" resta Giovanni di Castel– nuovo. Infine, ultimo dato di rilievo, la certezza che quasi tutti gli operatori pre– senti sul cantiere, sia come costruttori che come fornitori, non lavorano mai individualmente ma sempre a capo di équipes articolate. Il mastro fornaciaio Giordano Nicholati, il tagliapietre Jaquemino Falconini, il murator Brunondo, Bertolino de Richart sono tutti esplicitamente citati "con i lora soci''. Sembra improbabile che ne fossero privi proprio i due maggiori responsabili della co– struzione, Giovanni di Castelnuovo e Pietro di Rovarey. Si potrà piuttosto pensare che là dave si parla di "socii" si alluda a veri e propri comprimari as– sociati mentre i due lathomi potevano lavorare con un'impresa personale co– stituita da numeri variabili di dipendenti in subordine, non ricordati dai pagamenti che si rivolgevano al solo capomastro. 1.9 UNA TORRE E ALCUNI CASTELLI SCONOSCIUTI NEL CIRCONDARIO DI VER– RÈS 1 documenti dell'epoca e anche gli stessi computa delle castellanie sabaude contengono a volte materiali relativi a complessi monumentali oggi perduti o non più individuabili. Le analisi sono complicate dal facto che anche là dave gli edifici sono sopravvissuti la !oro situazione e i !oro assetti dovevano essere diversi da quanta non appaia oggi. Prendiamo ad esempio il circondario di Verrès. Sembra lecito imma– ginare che i due edifici principali nella zona fossero già i due castelli di Is– sogne e Verrès. Verrès era coproprietà delle due famiglie degli Alexini e dei de Verrecio, tra !oro imparentate ed entrambe discendenti dai Quart de 181 Più avanti nel tempo, per esempio dai computa di Giorgio di Challant o da quelli del Gran San Bernardo, si vedrà come il rapporta economico con Ivrea fosse abbastanza normale anche dalla ben più lontana Aosta, non solo da Bard.

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