Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008
82 Bruno Orlandoni Verrecio, puntualissimo, Aimone il Pacifico, aveva approfittato per interve– nire. A volte si trattava anche solo di prese di posizione formali. A Issogne per esempio, siera ordinato di porre in vista sull'edificio una bandiera con le in– segne sabaude: "Posito desuper ... uno pennoncollo de nostris armis". Poca roba, verrebbe da pensare. lntanto le insegne del conte si affermavano, magari ufficialmente solo "in signum nostre protectionis" 186 , un po' dappertutto, anche in luoghi in cui, sul piano del più puro diritto feudale, il controllo dei Savoia non era poi cosl scontato. ln altre occasioni la presenza sabauda era ben più sostanziosa. Cosl quat– tro anni dopo la conclusione di questa vicenda, ne! 1338, il Savoia era inten– zionato a far costruire una torre presso Verrès. Lo sappiamo da un pagamento rintracciato da Fausta Baudin ed edito da Omar Borettaz. Dal pagamento ri– sulta che si era aperta una fornace di calce "supra castrum de Avyes" - vale a dire sopra la torre di Pramotton - che aveva già prodotto cento moggi di calce che dovevano servire "pro inchoanda et construendi una turris apud Verre– cium de mandato domini". Non sappiamo se la torre- oggi non individuabile- sia poi davvero scata costruita. Il pagamento precisa infatti che a quel momento "della quai calce fino ad ora non si è usato nulla, e neppure delle pietre suddette, perché non è molto che la calce è stata prodotta e le pietre raccolte" 187 • È comunque una te– stimonianza dell'intenzione di ampliare il "pareo torri" di pertinenza statale nell'area. E non c'era solo il pareo torri statale. C' erano anche quelli privati. Li– viero e Tognan, come ho già precisato, hanno pubblicato documenti relativi a due diversi complessi fortificati 188 , sempre nell'area di Verrès: il castrum Fenerecha e il castrum de Homens. Dovevano sorgere entrambi all'imbocco della Val d'Ayas, ma già all'interno della vallee sembra proprio che nessuno dei due coincidesse con la torre la cui documentazione è stata rintracciata da Fausta Baudin. Il primo, nei pressi di Tollègne, ne! 1279 era riconosciuto dai de Verrecio ai Vallaise. Sembra che ne! Trecento fosse ormai già stato ab– bandonato o trasformato in semplice abitazione. Comunque perora non se ne sono trovate tracee documentarie posteriori a quelle della prima cita– zwne. 186 AHR FC vol. 127, m. liA, doc. 6 cir. in BORETTAZ O. (cit. 1999) nora 24 p. 34. 187 "er de qua calce nichil est adhuc implicarum, nec eriam de lapidibus Infrascrip– ris, quia non esr diu quod dicra caix facra fuir er lapides congregari" v. AST, inv. 68 f. 29, 1338-1340, cit. in BORETTAZ O. (cir. 1999) nora 40 p. 34. 188 LIVIERO A. (con la coll. di TOGNAN E.), Deux inconnus châteaux dans la Vallée de L'Evançon, in "Le Flambeau" 166, 1998.
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