Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2008

88 Bruno Orlandoni Poi ancora due dozzine di puntoni di una spanna per mezzo piede di se– zione, sempre in larice rosso o quercia o castagno. La terminologia e il fatto che subito dopo si parli di 800 "exchandollis" permette di supporre che si alluda alla copertura del corpo nuovo. Si precisa poi che il nuovo corpo dovrà venire "tablato" e "solaro". Sembra possibile riassumere quindi tutte le diverse fasi della costruzione di un solaio: innanzitutto la sistemazione dei "traveysons", vale a dire dei travoni di sostegno; poi la "tablaturà', cioè la sistemazione dell'orditura dell'assito, perpendicolare ai travoni; infine la "solaturà' che potremmo tradurre come costruzione del pal– chetto. I..:operazione non terminava qui perché era necessaria ancora una "terra– turà' finale, vale a dire la copertura protettiva del palchetto con un battuto in terra, e il comratto precisa che questo strato di terra avrebbe dovuto misurare ben mezzo piede (15 centimetri) di spessore. I..:indicazione è interessante anche per– ché, come vedremo in tutti gli altri documenti superstiti, precisazioni di questo tipo sono piuttosto rare, anche se di fatto possiamo stabilire che i pavimenti "terrati" fossero numerosissimi. Credo che in questo termine si possano poi anche individuare i numerosi e diversi tipi di pavimentazioni in cocciopesto o impasti vari ancora documentate negli edifici medievali della Valle 200 • Il contratto si chiude precisando ancora che i due capomastri dovranno costruire cinque finestre "pulcras" e una scala per salire al piano superiore. Il committente avrebbe fornito a proprie spese tutte le ferrature e il costo della costruzione sarebbe ammontato a 80 libbre, 15 soldi e sei sestari di vino. Il secondo documente rinvenuto da Bertolin è molto più breve ma non meno significative. Si tratta di un contratto con cui i Vallaise- Bertolino, Ax– dizzone, Giovanni e Amedeo- nel mese di aprile dell349, incaricano lo stesso Pietro de Sçallo, che un anno prima aveva lavorato per il loro cugino Gio– vanni, di "murare turrim castri Axnadi" per un altezza di tre piedi e uno spes– sore di due, e di costruirci sopra una merlatura alta due piedi 201 • 1 documenti di Axnad ampliano notevolmente le nostre conoscenze sul– l'architettura del Trecento. lnnanzitutto permettono di connettere tra loro cantieri castellani e più or– dinari cantieri di edilizia residenziale. La connessione era immaginabile, ma 200 A titolo di esempio posso ricordare alcune ricerche condotte recentemente in Valle. Diana Costantini mi ha segnalaco di aver potuto notare una quasi totale coincidenza di tipologia di impasto nel pavimento della "salle basse" di Pénis e in alcuni pavimenti di Aymavilles. 201 Il documento si trova in ANA Donnas vol. 1857, minutario del notaio Vercelli– nus de Vallexia ed è stato pubblicato in BERTOLIN R. Il castello superiore di Arnad. Note storiche, in AA N.S. VII, 2007, p. 176.

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