Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

114 Bruno Orlandoni centi ricerche archeologiche che tenderebbero a datare la costruzione dell'al– rra torre, quella angolare di sudovest, solo oltre la metà del Quattrocento 221 , quindi in una fase successiva alle campagne di manutenzione di cui ci stiamo occupando. Prima di quella data, al posto della torre prismatica visibile oggi, doveva trovarsi uno spigolo vivo a 90°, arretrato, sormontato da una torretta pensile cilindrica. Cio permetterebbe di identificare le "due torrette verso la città" citate dai conti: quella cilindrica dello spigolo nordovest esistente anco– ra oggi e proprio questa di sudovest, soppressa poi oltre la metà del Quattro– cento al momento della costruzione del torrione angolare prismatico 222 • Si confermerebbe, con questo assetto, anche la mia ipotesi di una totale equivalenza tra le facciate principali di quelli che restano i principali castelli della Valle verso la metà del Trecento: Fénis, Ussel e Quart 223 • Nel vano centrale del corpo ovest sembrerebbe potersi localizzare la cu– cina. Ma poi, ammesso che il donjon citato dai conti fosse il complesso corpo prismatico che domina l'area superiore del castello, dove potremmo collocare la "camera existente iuxta donjoni turris" e in quali vani superstiti potremmo identificare la "camera domini" e la "magna camerà'? lndicazioni più ricche potranno di cerro venire da letture più complete dei computa. Non bisogna dimenticare, infatti, che dopo i primi rotoli compulsati da Gerbore e questi spogliati dalla Bibollet restano da analizzare al dettaglio tutti i rotoli dalla fine del Trecento al 1418 e tutti quelli posteriori al 1462 sui quali sta lavorando Michelangelo Lupo. Peraltro anche la serie di conti dal 1419 al 1461 neces– siterà di una rilettura più attenta perché la Bibollet, su mia indicazione, ha ricercato esclusivamente i dati relativi a campagne di intervento di una certa entità sul castello, tralasciando ogni altro genere di informazione. Un'ultima serie di valutazioni che puo emergere dai materiali documen– tari è, infine, quella relativa al personale artigiano operante sul cantiere. Oltre ai magistri operum e funzionari che già conosciamo anche alcuni dei capoma– stri e degli artigiani conduttori dei lavori sono rintracciabili nella documen– tazione aostana d'epoca. lnnanzitutto Petrus Giudreti o Guideti, alias Guidecti, alias Guidocti. lncaricato da Mossettaz della parte più sostanziosa dei lavori del 1445-46 221 VALLET V. (a cura di) , Le Château de Quart- Recherches, analyses etpropositions de mise en valeur, in BASA NSVIII, Aosta 2003. 222 Al riguardo si veda lo schema "phase III", illusrrazione 36, in SURINTENDANCE DES ACTIVITÉS ET DES BIENS CULTURELS, Le château de Quart: recherches, analyses et propositions de mise en valeur, in BASA ns VIII, 2003, pp. 357-424. 223 ÜRLANDONI B. Architettura in Valle d'Aosta. Il romanico e il gotico, lvrea 1995, pp. 206-209.

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