Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

120 Bruno Orlandoni Credo non la si possa neppure considerare una semplice uscita secondaria della chiesa perché a pochi metri di distanza dallo spigolo oltre cui si apriva il portale maggiore non avrebbe avuto alcun senso. 1 diversi elementi che ho citato permettono di ricostituire anche l'ori– ginaria simmetria della parete che oggi è rotta dai due contrafforti che la percorrono in tutta la sua altezza, e dalla porta aggiuntiva quasi adiacente alla parete ovest del campanile. Come ho detto è evidente che il primo contraffor– te è frutto del prolungamento della chiesa tra fine Otto e primo Novecento; il secondo è frutto della sopraelevazione della chiesa avvenuta a fine Seicento ad opera dei due impresari capomastri Jean de Charles Ronce Jean de Christo– phe Ronc 236 ; anche la porta aggiuntiva ali'estremità destra della parete deve essere stata aperta in occasione della costruzione del piccolo fabbricato annes– so al campanile, verosimilmente a fine Seicento, epoca in cui si deve essere aperta anche la porta che dall'interno dello stesso fabbricato permetteva di accedere all'interno del campanile. Il fatto che il sistema di aperture ritrovato non coïncida con l'ingres– so antico della chiesa o con un qualsiasi altro collegamento tra la chiesa e l'esterno è confermato poi anche dai fatto che la porta archiacuta che ne costuisce l'asse è, come si è detto, di circa settanta centimetri più alta del pia– no pavimentale della chiesa. Dai momento che nulla lascia immaginare per la chiesa un piano pavimentale originario più alto di quello attuale, si pub ulteriormente rafforzare l'esclusione della possibilità che quella ora ritrovata fosse una sempliee porta di accesso alla navata dall'esterno e in alternativa bisognerà per forza immaginare che il piano pavimentale alto, a livello della soglia della porta, fosse fuori della chiesa e non dentro, e comunque interno ad un edificio dotato di livelli pavimentali autonomi diversi da quelli della parrocchiale. ln altri termini tutto diventa più chiaro e spiegabile se im– maginiamo che quella che oggi ci appare come una porzione dell'apparato esterno dell'edificio ancora esistente, fosse in realtà la parte quasi completa dell'apparato interno di un edificio appoggiato alla navata, oggi scomparso. Data la collocazione, sul fianco destro della chiesa, verso il borgo e la strada di accesso dai castello e dietro l'Ola, viene immediato di pensare alla cappella sepolcrale dei Sarriod. Pensare ad una cappella sepolcrale giustifica efficacemente anche il pia– no pavimentale sopraelevato. Un pavimento settanta centimetri più alto del piano del terreno avrebbe risparmiato uno sterro di settanta centimetri in 236 CANIGGIA M. 1685: un chantierpour la nouvelle eglise d1ntrod, in "Le Flambeau" n. 201, printemps 2007, pp. 84-90.

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