Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
130 Bruno Orlandoni nizzazione del nuovo museo del tesoro della cattedrale di Aosta, nel1984, e in quelle per la mostra sulla chiesa francescana del 1986. Dopo il 1986 gli stessi specialisti del settore hanno avuto ancora bisogno di oltre un decennio per convincersi della fondatezza di questa ricostruzione e dell'ipotesi Mossettaz. Oggi, dopo che Mossettaz è entrato in società nelle grandi mostre di Trento del2002 e di Torino/Siena/Chambéry/Aosta del2001-2007, è facile dimen– ticare che solo trent'anni fa questo grande artista era un Carneade qualsiasi su cui nessuno avrebbe scommesso neppure la classica patacca. Pensare che qualcuno abbia potuto rimettere insieme un contesto formale di quella com– plessità in qualche momento della seconda metà dell'Ottocento mi sembra assolutamente inverosimile per il solo fatto che buona parte dei monumenti da cui quel contesto è stato ricostruito, in quel momento erano sconosciuti, dispersi, spesso in luoghi inaccessibili ai più. La vera e propria esplosione che dalla Rivoluzione francese, nel mezzo secolo successivo, distrugge cio che ancora restava del medioevo valdostano - in particolare tutte le chiese me– dievali a partire da quella francescana - avrebbe reso impossibile qualsiasi ricostruzione. All'opposto la stessa sopravvivenza di monumenti illustri quali Sant'Orso e Issogne avrebbe finito per deviare erroneamente le valutazioni degli storici. Se leggiamo i testi e le ricerche uscite fin dagli inizi della storio– grafia artistica valdostana, vale a dire da d'Andrade, fino agli anni Sessanta del Novecento, vediamo chiaramente come convinzione di tutti fosse che il vero apice della cultura figurativa della regione si fosse manifestato con Giorgio di Challant, cosl come si credeva che il vertice delloro potere gli Challant lo avessero toccato con Renato verso la metà del Cinquecento. Il primo Quattrocento valdostano, il suo splendore, l'accumulo di potere e cultura raccolti in quel periodo da lbleto, Bonifacio, Amedeo, Antonio e Francesco di Challant sono scoperta molto più recente. È questa siruazione che giustifica la presenza in Valle di due autentici giganti come Mossettaz e Jean de Malines ed è in questa situazione che va ricollocata la cappella sepol– crale dei Sarriod ad lntrod. Allo stesso tempo credo che la possibilità, oggi, di cominciare ad ipotizzarne una restituzione, per quanto vaga e generica, cominciando a ricostruire una sorta di contesto locale specifico, restituisca ulteriore credibilità alle formelle di lntrod rilanciando con forza direi decisiva la certezza della loro autenticità. Lultima novità relativa ad lntrod ci riporta dalla chiesa al castello e riguarda due mobili che ho visto poco tempo fa di fronte alle porte dei due granai lignei. Si tratta di due panche a schienale che non avevo visto neppure quando insieme a Sandra Barberi, accolti dai proprietari, avevamo compiuto al castello dei sopralluoghi in vista della pubblicazione del volume
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