Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

12 Bruno Orlandoni Mi ero già occupato di passaggio di questo edificio affittato da Piquart e dai Léaval. Trovando una volta per caso aperto il portone, di solito sempre chiuso, ero entrato e mi ero trovato di fronte ad una serie veramente inattesa di frammenti d'epoca. Sul seconda volume dell'Architettura in Valle d'Aosta scrivevo: "si penetra in un androne la cui volta non poggia direttamente sui muri maestri ma su due travi, forse seicentesche, a spigolo lavorato, incastrate longitudinalmente nelle pareti. Landrone termina in un cortile lungo e stret– to che è chiaramente la trasformazione degradata di quello che, forse, fino al XVII secolo doveva essere un vicolo. Nella parete di destra, subito dopo la fine dell'androne, si apre una bellis– sima porta in pietra tagliata con l'architrave ad arco ellittico ribassato di tipo pienamente quattrocentesco. La porta dà accesso ad un viret alloggiato in un corpo cilindrico, evidentemente posteriore - forse cinquecentesco - perché impostato stranamente a sbalzo di circa 30 cm sopra la porta. Più avanti, sempre lungo la parete destra, una scala scende alla porta di quello che oggi è un seminterrato, accostata ad una finestra rettangolare, il tutto in pietra da taglio e di bella fattura, apparentemente di primo Quattro– cento. Il vicolo, infine, è chiuso da un ultimo frammento di pregio: un bel portale litico di grande luce, ad arco leggermente acuto, probabilmente l'ori– ginario accesso principale allo stabile il cui fronte posteriore guarda su via Lostan." 13 • Ledificio in questione è stato ora oggetto di una campagna di restauri e la stessa sera in cui Adele Milloz mi parlava delle sue ipotesi sulla pro– prietà Piquart ho avuto occasione di conoscere uno degli attuali proprietari, l'antiquario Bessone, che con estrema cortesia, dopo avermi ragguagliato sui ritrovamenti avvenuti nel corso di questi ultimi lavori, si offriva di accom– pagnarmi in un veloce sopralluogo permettendomi di entrare anche in uno degli alloggi, corrispondente di fatto a quella che doveva essere una parte dell'appartamento nobile, affacciato sulla via Croix de Ville, al primo piano, subito sopra il portone di ingresso. 1 restauri hanno portato alla luce una serie di finestre e porte fin qui mu– ratee celate alla vista e hanno determinato una lettura molto più agevole degli dementi già precedentemente visibili. 1 due travoni longitudinali dell'ingres– so, ripuliti, mostrano la loro natura ben più antica di quanta non ipotizzassi, chiaramente quattrocentesca, del tutto in linea con le travi dell'unico soffitto 13 ÜRLANDONI B. Architettura in Valle d'Aosta. Il Quattrocento, lvrea 1996, pp. 243-244.

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