Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
142 Bruno Orlandoni lant Varey, figlio di Amedeo di Varey, nipote di Bonifacio il maresciallo e fratello maggiore di Giorgio di Challant, lasciava 800 fiorini "en aumosne, pour employer ou eloistre dudit couvent, ainsy que sera ordonné par ledit messire George sondit frere" 273 • Il testamento veniva dettato da Bonifacio, malato, nella camera che il nobile occupava "en l' ostelerie du Cheval Blanc", a Tours, il20 febbraio 1483 e prevedeva dettagliate disposizioni per il trasporto del suo corpo a San Fran– cesco d'Aosta, dove avrebbe dovuto essere traslata anche la salma della madre Anna di La Palud, temporaneamente tumulata nella chiesa parrocchiale di Varey. Testimonia di quanto anche i rami "francesi" degli Challant fossero legati alla chiesa aostana e, nella sua datazione, mi induce a riaprire il proble– ma degli affreschi che le fonti ricordano aver decorato tutto il perimetro del chiostro, in un cielo che doveva essere uno dei più imponenti della Valle 274 • Avevo affrontato il problema in una scheda del catalogo della mostra aosta– na del1986, proponendo di individuare in due teste frammentarie ad affresco conservate all'Accademia di Sant'Anselmo, due dementi superstiti degli affre– schi in questione 275 • Il contesta critico in cui collocare quei frammenti, tanto ridotti quanto preziosi, in oltre vent'anni è radicalmente murato. ln particola– re possiamo ora disporre di una ricostruzione ipotetica dell'altare maggiore di Sant'Orso che, iniziata da me, si sta arricchendo di continui contributi e fram– menti ad opera di Elena Brezzi, Sandra Barberi, Enrica Pagella, e più recente– mente Gianfranco Zidda. Ora tutti concordiamo nell'affermare che Giorgio di Challant doveva aver affidato la concezione di questo monumentale altare al pittore borgognone Antoine de Lonhy, che doveva averne anche realizzate le parti pittoriche, in anni che tutto sembra collocare attorno al1485. Tornando ad osservare i due frammenti di affreschi e confrontando soprattutto quello che individuo per una testa di San Gerolamo nel deserto, con la testa di San Pietro liberato dal carcere dipinta dal Lonhy sullo sporœllo superstite dell'altare di Sant'Orso, mi chiedo se sia poi cosl impossibile pensare che il cielo da cui provengono fosse stato interamente concepito dallo stesso grande maestro bor– gognone. Patti i debiti stacchi tra le due diverse tecniche adottate - la tempera su tavola è notoriamente ben più analitica dell'affresco - e tenuto conto di un 273 ZANOLLI O. Les testaments des seigneurs de Challant, I Aosta 1974, p. 369. 274 ÜRLANDONI B. La chiesa e il convento di San Francesco ad Aosta. Ricostruzione ipotetica e analisi architettonica, in ÜRLANDONI B. (a cura di), La chiesa di San Francesco inAosta, Torino 1986, p. 74. 275 ORLANDONI B. Maestro della volta di Sant'Orso. Due frammenti di a.lfreschi con teste di santi, scheda n. 21 in ÜRLANDONI B. (a cura di), La chiesa di San Francesco in Aosta, Torino 1986, p. 244.
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