Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
144 Bruno Orlandoni ln effetti chiunque si occupi del complesso monastico di Saint-Gilles non puà non restare colpito da quella che, nel complesso, è oggi una vistosa assenza. Tra corpi di fabbrica antichi o più recenti, cappelle ed edifici ecclesia– li, torri e campanili, si finisce per trascurare il fatto che a Saint-Gilles manca quello che era solitamente un elemento fondamentale delle strutture mona– stiche o canonicali di una certa estensione: manca un chiostro. ln realtà il problema non è mai stato affrontato sotto il profilo documen– tario e di questo chiostro non si sono mai neppure cercate le tracee notarili dell'esistenza. Queste sicuramente devono esistere e andranno inseguite rra– mite una lettura attenta dei documenti dell'archivio della prevostura. A sem– pliee titolo di esempio citera un documento del 1545 che recita "Le chapitre de Saint-Gilles, réuni dans le cloître, donne en fief au notaire Pierre Vullientii une pièce de jardin potager situé au Martorey dans la partie supérieure du verger de Saint-Gilles, pour 3 gros de rente annuelle, un sol de servis à payer à la Saint-Étienne" 278 • Per quanto riguarda i capitelli bisognerà quindi immaginare un qualche monumento facente parte del complesso della prevostura, demolito in date non troppo remote, in modo da permettere la conservazione fino ad oggi di alcuni suoi dementi di pregio: vale a dire demolito ipoteticamente, forse oltre l'inizio del XIX secolo, al massimo poco prima 279 • Ora il numero di capitelli superstiti- che tra l'altro deve di certo essere in– feriore e forse di molto al numero di dementi originali - orienta a mio avviso inevitabilmente proprio verso un chiostro. La loro dimensione limitata non è sufficientemente ridotta da permettere di pensarli come frammenti di mon– rami centrali di bifore o polifore, mentre il fatto che siano lavorati su tutti i lati impedisce di vederli come dementi di portali o di alrre strutture a parete. 278 ASt.-G. parte II mazzo XXVII doc. 3 1545,7 décembre (414, provenant de Fénis) (1 parchemin). È vero che nella terminologia ecclesiastica il termine claustrum significa non tanto il chiostro inteso come structura fisica quanta tutto il complesso claustrale nd suo insieme, vale a dire l'insieme complessivo del recinto che racchiude turre le residenze e gli edifici canonicali, ma in quesro caso l'impressione èche il documenta alluda ad un chiostro vero e proprio, anche perché nei documenti notarili è usuale l'indicazione del luogo esatto della redazione del documenta. 279 Si potrebbe osservare che la culrura archiretronica del Setrecento in Valle a prima vista non sembrerebbe tale da permerrere di pensare alla conservazione di dementi archirettonici medievali al termine di una demolizione. ln realtà non bisogna dimenticare un caso come quello di Sanr'Orso, in cui proprio rra fine Serrecento e primo Orrocento si demolisce un intero lara del chiostro romanico e si conservano pero alcuni dei suoi capirelli che verranno poi venduri a metà secolo per finire nelle collezioni del Museo Civico di Torino. Su quest'ulrimo problema v. S. BARBER!, Il chiostro di Sant'Orso adAosta, Roma 1988.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=