Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009

Costruttori di castelli 147 tomo in arte architectonica erudito" Pierre Berger di Chambéry. Nel contratto si precisavano costi e tempi dei lavori e limiti dell'impegno del maestro. Pierre Berger avrebbe dovuro lavorare con tre o quattro collaboratori che si impegnava a reperire personalmente. Il capitolo per contro si addossava l'onere di far realizzare a proprie spese tutte le opere murarie lasciando al ca– pomastro e ai suoi collaboratori il più specialistico lavoro di taglio della pietra e montaggio in opera. 1 lavori iniziavano nel successivo 1443 e, come ha mostrato Dal Tio, sa– rebbero stati condotti direttamente da Berger fino al21 giugno 1444. Dopo questa data il maestro non appare più nei conti, ma vi figura subito un suo omonimo nipote, "Petrus Bergerii nepote magistri Petri" che è citato già dal 1443 fino al27 marzo 1445. Dopo un rallentamento e una breve interruzione dei lavori una secon– da campagna, risolutiva, prende le mosse nel decennio successivo, forse già a partire dal 1450, quando un nuovo capomastro, il valdostano Marcello Gérard di Saint-Marcel, comincia ad essere pagato, in data 25 agosto, per l'acquisto di martelli e ceselli 282 • Questi avrebbe condotto a termine la costruzione nel 1460 apponendo il proprio nome su uno dei capitelli accanto a quelli dei canonici committenti. Il restauro del chiostro condotto negli ultimi anni, come la rilettura più attenta dei documentï2 83 , hanno permesso di rimettere in luce gli aspetti par– ticolari di questo monumento problematico e straordinario. Qui mi limitera a sottolineare la collocazione dei suoi due autori documentati in rapporto alla storia dell'arte e dell'architettura della Valle che si sta delineando. Berger, che come ho affermato più volte e come ha ribadito anche Dal Tio è da considerarsi il vero e proprio progettista del chiostro, è sicuramen– te un altro nome chiave della produzione artistica nella regione dopo i vari Boso de Grangis, Georgius de Bruges, Jean de Malines, Aymonet Corniaux, Stefano Mossettaz. Opera in città in un momento in cui Mossettaz dovrebbe essere stato al culmine della propria carriera ed è abbastanza forzato chiedersi il perché di questa preferenza attribuitagli dal capitolo a scapito di colui che a noi oggi sembrerebbe dovesse essere salurato come una vera e propria glo– ria locale. Si puo immaginare un'assoluta impossibilità di Mossettaz, oberato di incarichi, magari anche fuori Valle, ad occuparsi anche di questo nuovo cantiere. Ma si puo anche immaginare per Pierre Berger - come affermato 282 Per tutti questi dati v. DAL TIO R. cit. pp. 41-44. 283 Rilettura da considerarsi comunque incompleta fino a quando non verrà pubblicato l'imero libro di conti, la cui trascrizione è attualmeme in corso.

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