Bibliotheque de l Archivum Augustanim - 01/10/2009
164 Bruno Orlandoni to, il "maistre Philibert Brasseaz", che conosciamo dai computa di Giorgio di Challant, e prima di un altro "maistre Jehan Jacques du Crest" che non conosciamo ma che dai titolo va considerato comunque un artigiano o un professionista borghese. 1 dati noti - a cui si puo aggiungere una discreta serie di infeudazioni e legati in cui Gérard è coinvolto 321 - inducono quindi ad immaginare che il nostro sia stato, peraltro come la maggior parte dei capomastri che abbiamo trovato fino ad ora, non solo un semplice tagliapietre ma un vero e proprio imprenditore, proprietario di officine operanti nel settore della confezione di materiali per l'edilizia, e titolare di un'impresa la cui attività potrebbe poi essere passata, dopo la sua morte, sotto la direzione del figlio Bartolomeo. Per tornare alla torre dei Balivi, la commissione responsabile dell'orga– nizzazione dell'intervento e Marcello Gérard assegnavano l'incarico di svolge– re i lavori al carpentator et latomus Aimonetto Somon. 1 lavori previsti erano piuttosto estesi e sembrano rappresentare un vero e proprio completamento e adattamento delle campagne condotte trent'anni pri– ma da Pietro di Bonino. Si partiva dai problema della custodia dei prigionieri osservando che gli unid due posti efficaci e adatti a questa bisogna erano "in turri forti", cioè verosimilmente nella grande torre angolare romanica, oppure, in alternativa, nella piccola cantina vicina alla cucina. Sopra questo cellario si sa– rebbe potuta sistemare una stufa utile agli ufficiali che altrimenti non avrebbero neppure potuto disporre di un luogo dove potersene stare adeguatamente. Si trattava quindi di costruire una nuova stupha, con i suoi due solai, sotto e sopta, due finestre nella sala, e vari arredi mobili quali un letto e un arcibanco. Il documento elenca una lunga serie di pagamenti. Comincia con la stu– fa che era costata ben 38 fiorini e mezzo, comprese 11 travi al prezzo di tre grossi l'una. Continua coi solai inferiore e superiore, la porta e le finestre, per i quali si erano usati assi per un valore di 4 fiorini e un grosso. Poi i chiodi, le pietre per il fornello della stufa, le serrature. La scrittura del conto pone diversi problemi di trascrizione e di com– prensione ma, disordinatamente, si possono segnalare 25 grossi per la chiu– sura della finestra della stufa, altri pagamenti per dieci travi necessarie per il solaio, 31 grossi per quattro dozzine di assi, 8 grossi per quattro travi e una dozzina di assi necessarie alla sistemazione di una bussola, 7 fiorini per una fontana. Poi ancora dieci libbre di chiodi per solai, letti e bussola; dodici gros- 321 ÜRLANDONI B. Artigiani e artisti in Valle d'Aosta, Ivrea 1998, ad vocem.
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